Infermieri stranieri o italiani? Non contrapposizione, ma necessità

di Guido Bonoldi*

Il tema del reclutamento di infermieri dall’estero per far fronte alla carenza che affligge il nostro servizio sanitario è un tema di grande attualità, che sta suscitando un vivace dibattito.

Guido Bonoldi

La Asst Sette Laghi, con un’iniziativa innovativa nel panorama delle Asst lombarde, ha pubblicato nel 2023 un bando dedicato ad infermieri di paesi extra-Ue in possesso del riconoscimento del titolo di studio da parte di Regione Lombardia; il bando è stato confermato anche per l’anno in corso e resterà aperto fino alla fine del 2024. Grazie a questa iniziativa sono stati assunti alla fine dell’anno scorso 12 infermieri provenienti da Paraguay ed Argentina (due dei quali hanno in seguito lasciato Asst), altri 7 sono già stati selezionati e sono in arrivo e un’altra decina è in procinto di candidarsi.

Si tratta di un’operazione impegnativa e complessa, la cui realizzazione si deve ad un virtuoso gioco di squadra tra Asst Prefettura, Comune di Varese, Ufficio Scolastico Provinciale, Centro Gulliver, Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate e Studio Castagna, e alla quale, per il tema degli alloggi, stanno collaborando anche la Rsa Maria Immacolata, la Cooperativa di Bosto e la Fondazione Molina. L’iniziativa di Asst Sette Laghi è stata molto apprezzata dall’Assessore al Welfare Guido Bertolaso, che l’ha rilanciata a livello regionale e che nel mese di aprile si è recato in Argentina e Paraguay per siglare accordi di collaborazione con i governi e le università di quei paesi al fine di favorire la possibilità che operatori sanitari sudamericani, in particolare infermieri, vengano a lavorare in Lombardia.

Le diverse voci critiche che si sono levate nei confronti delle iniziative dell’assessore Bertolaso e di Asst Sette Laghi da parte dei sindacati di categoria ed anche di autorevoli rappresentanti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche sono sempre partite da una presunta contrapposizione tra il reclutamento di infermieri dall’estero ed altre misure possibili per migliorare le condizioni di lavoro e la remunerazione degli infermieri che già operano all’interno del nostro servizio sanitario. Da parte mia ritengo invece che non si tratti di misure “alternative” e che un problema così complesso vada affrontato su più fronti. Se consideriamo il fatto che la carenza di risorse umane in ambito sanitario è causata da più fattori concomitanti, come la crisi demografica, una remunerazione inadeguata, il costo della vita più elevato nei nostri territori rispetto ad altre regioni a parità di stipendio, la concorrenza da parte della Svizzera, comprendiamo facilmente che la possibile soluzione del problema non potrà essere rappresentata da una risposta univoca. 

Val la pena anche sottolineare il fatto che il problema della carenza di giovani lavoratori non riguarda solo il mondo sanitario, ma anche molti altri ambiti, che rispetto alla sanità hanno anche lo svantaggio di essere sottoposti ad una forte limitazione nella possibilità di reclutamento di lavoratori extracomunitari determinata dalle leggi vigenti (vedi decreto flussi, dal quale gli operatori sanitari sono fortunatamente esclusi).

Sono convinto che l’esperienza che Asst Sette Laghi con i suoi partner sta maturando in questa opera di internalizzazione nella ricerca delle risorse umane di cui necessita, possa portare a ricadute positive che vanno oltre la questione specifica. Ad esempio, sul tema degli alloggi: avendo seguito dall’inizio il percorso che ha portato all’arrivo di infermieri sudamericani a Varese, mi sono reso conto dell’importanza di poter offrire soluzioni abitative adeguate a prezzi contenuti: penso a residenze per giovani operatori sanitari che vengono a prestare servizio in Asst Sette Laghi non solo dall’estero ma anche da altre regioni italiane, sul modello di quelle universitarie. In questo campo si stanno compiendo dei passi concreti: abbiamo letto in questi giorni dell’avvio di un progetto di ristrutturazione di un immobile di proprietà di Asst Sette Laghi, che porterà, con la collaborazione del Circolo della Bontà, alla realizzazione di 15 alloggi a canone agevolato per dipendenti; ho accennato in precedenza agli alloggi messi a disposizione dalla Rsa Maria Immacolata e dalla Cooperativa di Bosto; è in fase di avvio un progetto di riqualificazione di due complessi edilizi di proprietà della Fondazione Grigioni situati rispettivamente a Vedano Olona e a Venegono Superiore e che potrebbero essere destinati ad ospitare operatori sanitari nell’ambito di un progetto socio-sanitario; anche il Centro Gulliver sta lavorando per un progetto che porti alla creazione di un residence per infermieri. 

Mi permetto di concludere questo mio intervento con una nota autobiografica: non me ne vogliano i detrattori del progetto Magellano (così abbiamo chiamato l’iniziativa di reclutamento di infermieri dal Sudamerica), ma avendo lavorato per cinque anni come medico in Paraguay il mio cuore è anche un po’ criollo/guaranì; inoltre la mia simpatia per giovani stranieri che accettano la sfida di venire a lavorare all’estero nasce anche dal fatto che avendo prestato servizio da giovane medico per 6 anni in due ospedali tedeschi, so cosa vuol dire andare a lavorare all’estero, imparare una nuova lingua ed adattarsi ad un ambiente differente. Grazie a Dio io sono stato fortunato ed ho sempre trovato molta simpatia da parte dei colleghi e dei pazienti tedeschi; ironia della sorte l’unico paziente che si lamentò per il fatto di essere assistito da un medico italiano non era tedesco.

*Consigliere comunale di Varese
e medico

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