Infermieri sudamericani, buona la prima. E ASST Sette Laghi ne seleziona altri sette

VARESE – Buona la prima per gli infermieri sudamericani in servizio all’ASST Sette Laghi. Ora è in arrivo il secondo gruppo. «Bilancio incoraggiante» per i primi tre mesi di servizio degli 11 infermieri sudamericani, tanto che l’azienda sanitaria è decisa a replicare la sperimentazione, che rappresenta un unicum in Lombardia, con un secondo gruppo di infermieri (sette) che è stato selezionato lo scorso 15 marzo. 

Buoni risultati

«L’esperienza con il primo gruppo di infermieri sudamericani ha dato buoni risultati – tira le somme il direttore generale di ASST Sette Laghi, Giuseppe Micale – ad eccezione di un paio di situazioni un po’ critiche, gli infermieri hanno dimostrato non solo un livello di competenze sovrapponibili a quella dei colleghi italiani, ma anche grande spirito di adattamento e senso di responsabilità. Tengo a ringraziare i colleghi che li hanno accolti e quelli che li hanno aiutati a perfezionare la loro formazione in Italia: non era scontato riscontrare questa collaborazione e questo clima di fiducia. I nostri professionisti hanno capito che stiamo cercando di superare questa fase difficile per la sanità, che stiamo dando il massimo per assumere rinforzi e che questa iniziativa è una via ulteriore per reclutarli, sempre con attenzione alla sicurezza e alle competenze».

Il bis

Dai colloqui per la selezione del secondo gruppo, svoltisi online, sono risultati idonei 7 infermieri, 3 donne e 4 uomini, tutti provenienti dal Paraguay, che hanno presentato domanda di partecipazione alla selezione dedicata ad infermieri stranieri per l’assunzione a tempo determinato, il cui avviso è stato pubblicato da ASST Sette Laghi in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) lo scorso 24 maggio e che è rimasto pubblicato fino al 31 dicembre scorso. I sette infermieri sono in possesso di una qualifica professionale conseguita all’estero che, ai sensi della normativa vigente, permette di esercitare, in via temporanea, la professione infermieristica in Italia fino a tutto il 2025.

Un mese di formazione

Come già avvenuto per i primi 12 infermieri sudamericani, arrivati tutti nell’autunno scorso ad eccezione di una che è atterrata in Italia lo scorso 15 febbraio, anche questo secondo gruppo prenderà servizio non appena saranno concluse le pratiche per l’ottenimento del nulla osta per l’ingresso in Italia e dopo aver frequentato un corso di formazione specifico della durata di un mese, organizzato dalla Cooperativa Gulliver, che si è resa disponibile ad ospitarli per la durata del corso, in attesa che trovino degli alloggi, partecipando ad un apposito avviso pubblicato da ASST Sette Laghi allo scopo.

La collaborazione

L’arrivo di questi infermieri è ancora una volta il frutto di una intensa collaborazione tra diverse istituzioni: dal Comune di Varese, con il consigliere Guido Bonoldi che ha catalizzato il processo recandosi di persona in America latina, alla Prefettura di Varese per il percorso di regolarizzazione dei nuovi arrivati, alla Cooperativa sociale Gulliver, all’Ufficio Scolastico Provinciale e al CPIA, che hanno contribuito alla formazione. Un aiuto importante è stato offerto anche dal dottor Luigi Castagna, un commercialista che si è occupato a titolo volontaristico della richiesta di riconoscimento in deroga dei titoli. Ma partner dell’iniziativa sono anche la BCC di Busto Garolfo e Buguggiate, la Cooperativa di Bosto, la RSA Maria Immacolata e la Fondazione Molina.

Porte aperte agli italiani

L’assunzione di questi professionisti stranieri è il primo risultato conseguito dall’ASST Sette Laghi nel tentativo di ovviare alla carenza nazionale di infermieri con cui si sta confrontando tutto il Servizio Sanitario. Contemporaneamente, però, resta sempre aperta l’opportunità di assunzione per infermieri italiani, oltre che per altre figure professionali del comparto. «L’accoglienza dei colleghi italiani è stata ammirevole – ha sottolineato Aurelio Filippini, Presidente OPI Varese – Oltre al ringraziamento ai giovani sudamericani, mi sento di ringraziare chi qui lavora da sempre con passione e responsabilità e rinnovo il mio impegno per migliorare la situazione di tutti, per i professionisti e per i cittadini».

Gioco di squadra

«La sanità sta attraversando una fase complessa, a causa della difficoltà a reperire personale. ASST Sette Laghi è molto impegnata su questo fronte e, accanto al grande sforzo per assumere professionisti, ha introdotto una via sperimentale che l’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia ha assunto a paradigma: il reclutamento di infermieri sudamericani. La Prefettura di Varese – ha sottolineato il Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello – ha condiviso lo spirito di questa iniziativa e ha avuto un ruolo attivo nel progetto, offrendo il proprio supporto nella gestione delle pratiche per consentire l’arrivo di questi infermieri stranieri nel nostro Paese e il loro inserimento in servizio. Lo Stato è una grande squadra, chi svolge il mio ruolo lo sa bene, e questa squadra deve essere ancora più coesa nell’affrontare le criticità, nell’interesse dei cittadini».

Le voci

«Ritengo che si tratti di un vanto per Varese poter ospitare un progetto così innovativo e coraggioso, in particolare per la capacità di fare rete che ancora una volta la nostra città sta dimostrando – aggiunge il Consigliere comunale di Varese con delega alla Sanità, Guido Bonoldi – avendo seguito fin dalle prime fasi questo progetto, sono in particolare lieto del fatto che da una parte ASST Sette Laghi abbia potuto ampliare i confini della ricerca delle risorse professionali di cui ha bisogno e che dall’altra giovani provenienti da altri paesi abbiano trovato nel nostro ospedale e nella nostra città la possibilità di realizzare i propri progetti di crescita professionale ed umana. In questo stiamo cercando di accompagnarli».

«Noi del Gulliver – evidenzia Emilio Curtò, Presidente del Centro Gulliver – abbiamo l’accoglienza nel DNA. Quando la ASST Sette Laghi di Varese, per fronteggiare la mancanza di infermieri in territorio lombardo, ha emesso un bando per il soggiorno e la formazione di un gruppo  laureati in scienze infermieristiche del Sudamerica, assunti in Ospedale, il Gulliver, da sempre impegnato in attività solidaristiche a favore dei più deboli, ha subito deciso di parteciparvi, convinto di avere le risorse materiali, la struttura e le competenze professionali necessarie per organizzare l’accoglienza e il corso di formazione. Il Gulliver è accreditato presso la Regione Lombardia come Ente Formativo e ha partecipato al bando, aggiudicandoselo, non per valutazioni di tipo mercantile, ma per l’alto valore sociale del progetto, per dare un sostegno a chi soffre, persone anziane e ammalati, coerentemente con la missione che da quasi quarant’anni svolge nel territorio varesino».

Il ruolo della formazione è sottolineato dal professor Giulio Carcano, direttore del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica dell’Università degli Studi dell’Insubria: «Per promuovere lo sviluppo scientifico e le relazioni culturali tra Università nel campo delle scienze infermieristiche, l’Università degli Studi dell’Insubria si rende promotrice di convenzioni con altri Atenei per garantire specifici periodi formativi dedicati a studenti del Corso di Laurea in Infermieristica. Nello specifico, l’Università degli Studi dell’Insubria ha già siglato convenzioni e stretto rapporti con Atenei del Sud America supportando gli studenti degli altri Atenei con programmi di formazione a distanza ed offrendo periodi formativi in Italia: si tratta dell’Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima-Perù, dell’Università Nazionale di Villarrica del Espiritu Santo e dell’Universidad Nacional de Asuncion, entrambe del Paraguay. Garantendo agli studenti la comprensione del nostro Servizio Sanitario Nazionale e gli approcci diagnostico-terapeutici che la nostra Sanità riesce ad assicurare, le convenzioni possono anche attrarre i futuri professionisti di altri Atenei e reclutare personale nel campo delle Scienze Infermieristiche in Italia. L’Insubria ha anche realizzato un corso fruibile online per integrare e supportare la formazione la formazione di infermieri non italiani che decideranno di lavorare nel nostro Paese».  

«Dal 14 novembre al 13 dicembre 2023, dieci giovani infermieri paraguayani ed una argentina, di età compresa tra i 25 e i 30 anni, hanno frequentato due corsi accelerati di italiano, presso il CPIA (Centro per l’Istruzione degli Adulti) di Varese, prima di entrare a lavorare in ASST Sette Laghi  – spiega la Coordinatrice del progetto, Milena Mantovani, la Dirigente scolastica CPIA 2 Varese, Lorella Finotti, e il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Varese, Giuseppe Carcano – per cercare di offrire al gruppo di infermieri sudamericani il maggior numero di ore di lingua italiana, si è data loro la possibilità di frequentare un corso di livello A1, uno di A2 e due ore settimanali di lessico specifico nell’ambito infermieristico, proponendo agli studenti di simulare situazioni ospedaliere per dar loro la possibilità di comunicare nel modo più corretto possibile. I giovani operatori hanno seguito con notevole interesse tutte le lezioni, soprattutto quelle relative al dominio linguistico di loro competenza. Il lavoro svolto presso il CPIA 2 di Varese è stato affiancato da quello svolto presso il centro Gulliver, dove erano ospitati, dalla Prefettura e dall’Ufficio Scolastico territoriale di Varese che ha coordinato le attività offerte dalle varie Istituzioni. Ora gli infermieri lavorano in Ospedale, affiancati da colleghi italiani, svolgono con professionalità il loro lavoro e ancora continuano a perfezionare le loro competenze linguistiche, per interagire sempre più fluidamente con il personale ospedaliero ed i pazienti».  

«La Cooperativa di Bosto ha prontamente condiviso con soddisfazione la richiesta di assegnazione di un proprio appartamento completamente arredato per ospitare 4 infermieri paraguayani attualmente dipendenti dell’Ospedale di Circolo di Varese – spiega Mario Zeni, Presidente Cooperativa di Bosto – Fondata nel lontano 1905, da sempre la Cooperativa di Bosto è particolarmente attenta ai bisogni della città, mettendo a disposizione ben 9 dei 19 appartamenti di proprietà in ambito socio-assistenziale, collaborando con enti e associazioni quali il Comune di Varese, il Villaggio del Fanciullo e l’associazione Cilla. Inoltre, da tempo, due appartamenti ospitano infermiere, sempre paraguayane, che operano nella Fondazione Molina. Questo progetto rappresenta un gran bel esempio di gioco di squadra in cui Varese può essere modello per tanti».

“Come BCC vogliamo essere in prima linea anche nella tutela delle salute delle persone  –  spiega Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate – già organizziamo molti momenti di prevenzione sul territorio e, nell’ottica di sostenere per quanto possibile il nostro sistema sanitario e i nostri ospedali, in questo frangente ci siamo attivati per agevolare l’ingresso in corsia di un piccolo gruppo di infermieri stranieri, data la carenza sul mercato del lavoro di queste professionalità che sono essenziali per la cura delle nostre persone”.

“Abbiamo aiutato i nuovi infermieri concretamente – spiega Roberto Gentilomo, Responsabile Area Mercato Bcc Busto Garolfo e Buguggiate – Oltre ad aprire un conto corrente a ognuno di loro, condizione necessaria richiesta dalla legge per poter lavorare in Italia, abbiamo anche organizzato una sessione di educazione finanziaria in filiale a Varese. Abbiamo illustrato il funzionamento del conto in Italia, delle nostre applicazioni bancarie, dell’home banking e fornito tutte le informazioni utili per potersi muovere all’interno del nostro territorio e soddisfare le loro micro-esigenze finanziarie. Nei fatti li abbiamo accompagnati ed aiutati a espletare i passaggi burocratici di tutta una serie di piccole e grandi incombenze. Del resto, arrivavano da un Paese in cui le procedure sono diverse da quelle che hanno trovato qui da noi e, grazie alle informazioni e al supporto fornito, siamo riusciti a velocizzare il loro ingresso in servizio e, ne sono certo, a farli sentire ben accolti nel nostro territorio”.

“In un’epoca in cui appare evidente la necessità di capire l’evoluzione dei bisogni della sanità nazionale in generale – e della Lombardia in particolare – abbiamo lavorato negli ultimi 2 anni per costruire un percorso volto al riconoscimento dei titoli per professionisti originari dell’America Latina – spiega il Dott. Luigi Castagna, Dottore Commercialista e Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Varese – Il progetto “MAGELLANO” segna il percorso virtuoso della collaborazione tra le istituzioni e di professionisti disponibili a investire il proprio tempo e le proprie risorse per il bene comune. Il progetto “MAGELLANO” rappresenta anche un’opportunità di collaborazione tra le istituzioni visto l’inserimento di queste figure in realtà di diritto privato e pubblico oltre che determinare una prospettiva di inserimento in un mercato del lavoro complesso e competitivo che richiede un sempre maggior impegno. Il progetto “MAGELLANO” rappresenta il primo passo di un viaggio emozionante e gratificante di solidarietà nel solco dell’esperienza del grande esploratore e navigatore che crea una prospettiva nuova e di opportunità per l’individuazione di percorsi lavorativi per professionisti di altri paesi in possesso di queste importanti qualificazioni professionali”.

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