Vita reale e virtuale, dodicimila risposte sotto la lente degli studenti dell’Insubria

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VARESE – La forza dei rapporti sociali dal vivo prevale ancora su quella dei social media: è quanto ha rilevato l’indagine sociologica, presentata mercoledì primo dicembre alla Sala Stampa Estera a Milano, condotta dagli studenti di Comunicazione pubblica e istituzionale del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria.
Lo scorso mese gli allievi del professore Franz Foti hanno lanciato un sondaggio per scoprire come le diverse generazioni vivano i riflessi che genera l’era digitale nella sfera relazionale, pubblica e privata: “Digital-mente”, rivolto a giovani e meno giovani con età minima di 18 anni e articolato nelle quattro sezioni Socializzazione, Aspetti personali, Aspetti sentimentali e Sicurezza, è stato diffuso sulle piattaforme social, ricevendo circa 12mila risposte pervenute da tutte le regioni italiane e da 20 Paesi esteri, principalmente Germania, Spagna, Irlanda, Usa e Regno Unito.

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Preoccupazione per l’uso eccessivo del cellulare

Nella partecipazione la componente femminile è stata nettamente maggioritaria, con una percentuale del 62%. La fascia d’età più rappresentata (83%) appartiene a coloro che si collocano fra i 18 e i 30 anni. Il 45% degli interpellati è in possesso di diploma, seguiti dai laureati (38%) e da chi possiede la licenza media (13%). La maggior parte delle risposte proviene dagli studenti (49%) e dai lavoratori (37%).
Per quanto riguarda i contenuti, il sondaggio ha rilevato l’utilità sociale della Rete (70% delle risposte) preferendo però la socializzazione in presenza (70%), privilegiando la conoscenza e l’interazione con gli altri di persona (74%).
Il campione ha anche espresso una forte preoccupazione sui danni che l’uso eccessivo del cellulare può provocare in termini di capacità di riflessione e di approfondimento (84%), pur dichiarando che non saprebbe farne a meno nemmeno per una settimana (55%); è inoltre emerso il timore nei confronti dei social perché possono rendere più complicata rispetto al passato l’evoluzione dell’età adolescenziale. Bisogna considerare che il 47% dei cittadini sondati trascorrono ormai più di quattro ore al giorno al cellulare e altrettante online: tra costoro i giovanissimi rappresentano una parte considerevole.

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Il forte richiamo dei social nel campo dei consumi

Per quanto riguarda le influenze dei social sulle forme esistenziali dei cittadini soltanto il 14% degli interpellati ha dichiarato di non subire alcun condizionamento. Dalle risposte è risultato anche che i social, malgrado il 30% delle persone dichiari di aver subito truffe online, esercitano un forte richiamo nel campo dei consumi: solo il 36% sostiene di acquistare prodotti dal vivo. Il campione (45%) ha fatto sapere che Internet è il primo canale da cui attingere le informazioni sorpassando la tv, che segue con il 43%.
Ma i social hanno fatto breccia anche nell’universo dei sentimenti: nell’approccio con i device la prima cosa che si guarda è l’aspetto estetico (27%), seguito dal bagaglio di conoscenze e cultura (19%) e dal tono della voce (10%) mentre la sensibilità sociale si ferma in fondo con l’8% dei consensi. Ma non tutto è così lineare. Una parte considerevole del sondaggio ha fornito risposte perentorie: sostiene che è difficile esprimere un sentimento attraverso la chat (68%), afferma che la rete peggiora la durata e l’intensità di una relazione nel 43% dei casi, sottolineando che imbastirne una online impegna più settimane, un mese e più (76%).

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Dominio della Rete e contatto umano

In sostanza l’indagine condotta dagli studenti di Comunicazione Pubblica e Istituzionale dell’Università dell’Insubria ha voluto sondare un campione nazionalmente molto vasto per cercare di capire se e come la macchina “social media” influenzi il comportamento quotidiano dei singoli e delle comunità, se siano ancora le persone a regolare la propria vita o si marci a ruoli invertiti rispetto al dominio della Rete.
I risultati hanno mostrato che l’esistenza reale apprezza molto il contatto umano e la Rete non avrà vita facile nel renderlo “asocial”. Angelo Tagliabue, rettore dell’Insubria, ha infatti sottolineato: «Ancora una volta i nostri studenti hanno colto nel segno conducendo un’indagine, tradotta anche in inglese e francese, e conseguendo un successo importante. La nostra università pone molta attenzione ai fenomeni sociali, contribuendo alla loro comprensione per migliorare la qualità della vita e le prospettive delle nuove generazioni».

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Verso una gestione consapevole e positiva della Rete

«Live vs social, online vs offline. Non è una sfida semplice e temporanea», ha commentato Giulio Facchetti, presidente del Corso di laurea in Scienze della comunicazione. «Nessuno dubita dell’utilità della “rete” perché ormai è parte integrante della nostra vita ma si vuole capire quanto e se quella reale si discosti da quella virtuale, e con quali effetti esistenziali. L’indagine dei nostri studenti a questo riguardo ci ha fornito utilissime chiavi di lettura».
Le risposte al questionario sembrano dunque spingere verso una gestione consapevole e positiva dello sviluppo tecnologico e della Rete che, non di rado, desta una certa preoccupazione, seminando uno scetticismo che assottiglia le speranze, limita l’azione e la partecipazione e mina il patrimonio creativo e progettuale delle nuove generazioni. Ma, come ha sottolineato il giornalista Marco Francioso, tutor degli studenti nel corso del sondaggio, «è bello vedere come i ragazzi, nativi digitali, riescano a comprendere quanto il mondo virtuale possa essere nocivo per loro: la sua importanza ma anche, al tempo stesso, la sua potenziale pericolosità. La consapevolezza su questo tema è fondamentale. Tanti sono fruitori passivi ma le 12mila risposte date dimostrano come si rendano conto che, sebbene il digitale e l’approccio con i device siano importanti, si possono anche rivelare pericolosi o controproducenti».

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Qui di seguito sono indicati i nomi degli autori della ricerca:

Gruppo operativo: Ilaria Borgonovo, Marco Francioso, Luca Visentin, Giorgia Saladini, Elena Pavani, Federica Riboli, Ilaria Notari, Emma Guandalin, Simone Borghi, Elena Beatrice, Maria Vittoria Carola, Valeria Pecin, Irene Castiglioni, Randa Callegari, Vanessa Fiordalisio,Arianna Toschi, Martina Carluccio, Jacopo Tassieri, Giorgia Sola, Martina Basile, Bianca Sophia Cassetta, Felice Brancati, Matteo Villa, Valentina Melchiorre, Giulia Verdicchio, Ilaria Belotti e Federica De Cian.

Gruppo del corso: Marco Rondanini, Adrian Laurenti Sapaluca, Carlotta Bozzolo Romiggioli, Christian Scremin, Simone La Rosa, Alberto Guarniero, Alice Bignotti, Marta Dragonetti, Mattia Ripamonti, Annalaura Rossi, Michela Giuriola, Beatrice Agrati, Andrea Leoni, Stefano Tremolada, Alessia Fiorenzano, Gabriele Addei, Serena Morra, Chiara Manieri, Erika Castiglioni, Amanda Bonardi, Simone Bongini, Isak Auirika, Anna Elisea Cartia, Micol Levorin, Giulia Malengo, Valentina Rolgi, Beatrice Staurengo, Giacomo Morandola, Sarah Prontera, Alessandra Emanuello, Alessio Principe, Miriana Lavia, Matteo Gaibotto, Stefania Alvezzola, Sabrina Alvezzola e Giuseppina Levato.

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Cyberbullismo, troppe trappole nei social. L’Insubria cerca le soluzioni

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