Kolosimo e il passato futuro possibile

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di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, in questi giorni buoni e generosi di feste accudenti ed invitanti, è facile abbandonare le difficoltà quotidiane e lasciare che il pensiero passeggi fra avventure, storie, magie e leggende. Il 20 luglio 1969, alle venti, diciassette minuti e trentanove secondi sull’orologio del tempo universale, l’avventura divenne una realtà formidabile e il futuro bussò alla porta dell’uomo e non chiese il permesso per entrare. In quella notte magica dove le stelle apparvero in tutto il loro splendore, i sogni sembrarono realtà e “tutto” diventò possibile. Neil Armstrong toccò il suolo lunare, il piccolo passo di un uomo, il grande passo per l’umanità, e le immagini più straordinarie attraversarono la mia mente e per un attimo fui anch’io trasportato nell’Isola che non c’è.

Peter Kolosimo

Negli anni ’60 ero imbevuto di una robusta letteratura fantascientifica soprattutto anglosassone e avevo pensieri che vagavano allegri attraverso spazi siderali e raggiungevano pianeti lontani anni luce. Leggevo con passione una rivista di aeronautica “Oltre il cielo. Comparivano articoli di astronautica, astronomia, missili e razzi e anche la narrativa fantascientifica aveva largo spazio. Erano felicemente presenti moltissimi scrittori italiani, in genere sotto pseudonimo, molti dei quali avrebbero avuto una vita letteraria. Nel centenario della nascita (Modena 15 dicembre 1922 – Milano 23 marzo 1984), mi piace ricordare che alla rivista collaborò anche Peter Kolosimo (al secolo Pier Domenico Colosimo), che teneva una rubrica fissa in cui esponeva le basi di quelle teorie di “archeologia spaziale” che avrebbe poi sviluppato nei suoi numerosi best seller tradotti e pubblicati in tutto il mondo, facendone uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero negli anni sessanta e settanta. Tradotte in 60 paesi, dalla Russia al Giappone, le opere di Kolosimo hanno gettato le basi per una straordinaria interpretazione del passato futuro interpretata come paleoastronautica o fantarcheologia.

L’ottimo Luigi Mascheroni in un bel articolo in memoria scrive di “Mistero Peter Kolosimo, il creatore di mondi”, ed io credo che definizione migliore non ci sia. Si, perché la fantastica e inquieta domanda se nel remoto passato antichi visitatori siano transitati sul nostro pianeta consegnandoci misteriose tecnologie e stravolgenti informazioni, lasciando qualche traccia del loro passaggio, lascia irrisolti molti enigmi e non può avere una risposta certa e definitiva.

Forse a caccia di storie e leggende fra tracce misteriose, oggetti non identificati e inquietanti presenze, sono affascinanti le domande sul mito di Atlantide, gli strani disegni tracciati a terra e visibili dal cielo sull’altopiano di Nazca, la Stele di Palenque, la Pila di Baghdad, i manufatti Maya, la Carta di Piri Re’is, le conoscenze astronomiche dei Dogon, la Grande Piramide, … Come si spiega quel teschio di bisonte risalente ad un periodo compreso fra i 30 ed i 70mila anni fa conservato al Museo di Paleontologia di Mosca con un foro perfettamente rotondo al centro che appare inequivocabilmente come quello di un proiettile?

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Ivanoe Pellerin

Settant’anni prima di Stargate, Kolosimo aprì la porta del pianeta Terra quando, nell’anno 8.000 a.C., un’astronave piramidale atterrò nelle vicinanze di un accampamento di cavernicoli che ne tracciarono arditi disegni sulle pareti delle loro abitazioni. Forse storie di antichi astronauti, di nomadi dell’infinito, di popoli delle stelle, di continenti scomparsi, di futuri ormai antichi. Sono certo che ricordate le scene iniziali dell’incredibile (per allora) film di Kubrik “2001 Odissea nello spazio” del 1968, quando la scimmia alza un osso che diventa un attrezzo ed inizia così il cammino verso questa civiltà, quando viene illuminata dalla luce del sole che sale dietro il monolite. Ebbene forse la scimmia ha alzato lo sguardo e ha visto le stelle e non ha saputo resistere al loro fascino. Forse proprio allora è iniziata l’avventura dell’uomo.

Nel 1969 Peter Kolosimo si aggiudica il premio Bancarella con “Non è terrestre” che probabilmente è il suo libro più famoso ma il giornalista-scrittore colse meravigliosamente lo spirito dell’epoca alla ricerca del fantastico e del possibile con numerosi titoli della sua assai notevole bibliografia: Terra senza tempo, Ombre sulle stelle, Astronavi sulla preistoria, Odissea stellare e molti altri. Così indagando su misteri del passato, leggende e miti troppo simili fra popolazioni molto lontane, il carro di fuoco del profeta Elia, l’ordigno rombante visto dal profeta Ezechiele, l’”uccello di fuoco” cantato dai nativi pellerossa, i carri volanti Vimana delle tradizioni indù e molto altro ancora, Kolosimo ci consegna indagini fantastiche che permettono i sogni più arditi.

Cari amici vicini e lontani, mentre Bolzano ha dedicato a Kolosimo un convegno di studiosi all’Eurac Convention Center proprio il 15 dicembre 2022, il giorno della sua nascita, mentre un gruppo di accademici lo omaggia con un “Almanacco della fantarcheologica” (Odoya) affrontando l’originalità della sua saggistica, noi possiamo rivolgere gli occhi oltre il cielo e sognare tutte le meraviglie che la nostra mente è in grado di immaginare e viaggiare fra le stelle verso gli innumerevoli mondi dell’infinito.

Cari amici vicini e lontani, forse tutto ciò ci permette di affrontare con un sorriso tutte le trasformazioni della vita, tutte quelle sfide e quei momenti difficili senza i quali non si cresce. Pare incredibile, invece è possibile. Buone feste.

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