La “comunità leggera” del Pollicino chiede al sindaco più bambini da Busto

BUSTO ARSIZIO – «Al Comune di Busto chiediamo di essere più presente nel darci la possibilità di lavorare – le parole dei responsabili del centro diurno della cooperativa Pollicino – attualmente accogliamo 12 bambini, di cui uno solo di Busto Arsizio, su una “capienza” massima di 15 bambini». La Chiave d’Oro, la “comunità leggera” della cooperativa Progetto Pollicino Onlus, che ha sede in via Maino, si presenta al sindaco Emanuele Antonelli, in visita accompagnato dall’assessore all’istruzione e alle politiche giovanili Daniela Cerana e dalla consigliere e presidente onorario della Pro Patria Patrizia Testa. Un incontro organizzato dal sindacalista della Csa Angiolino Liguori, con l’obiettivo di promuovere l’attività della comunità che ha appena “compiuto” tre anni.

La “comunità leggera”

«La Chiave d’oro è una comunità leggera – l’ha presentata agli ospiti Elena Ballarati, responsabile del centro insieme a Luigi Baggio e Alessandra Milani – un centro diurno dove i bambini dopo la scuola vengono in questa “casa”, portati dagli educatori e dai volontari, e trascorrono il pomeriggio con gli altri bambini e gli educatori, facendo i compiti e facendo esperienze, come uscite, attività sportive, passeggiate e in estate gite e vacanze. Ci sono tre educatori, che lavorano ciascuno con una “bolla” per ragioni sanitarie, oltre a momenti comuni». All’impegno quotidiano con i bambini si aggiungono gli incontri mensili con i genitori e un gruppo specifico dedicato ai papà. «Qui c’è un progetto educativo preventivo» sottolinea Luigi Baggio. «Trattiamo situazioni che hanno bisogno di supporto per la gestione dei ragazzi e l’accompagnamento dei genitori nel percorso di rafforzamento – aggiunge Alessandra Milani – abbiamo visto bambini volare, fronteggiando anche situazioni importanti».

Il confronto

Al sindaco Antonelli è toccato rispondere al “fuoco di fila” di domande dei piccoli ospiti della comunità. Confessando che quello di primo cittadino «è un lavoro bellissimo», che permette di «guardare la città in un altro modo, e di accorgersi di tutte le cose che non vanno. Ti preoccupi di più della tua città, cosa che prima non avevo fatto. Poi me la prendo perché non riesco a fare tutto». Alla domanda sulla sua “impresa più grande”, Antonelli risponde senza indugi: «La caserma dei carabinieri, che era ferma da 15 anni. Erano in uno stabile molto piccolo, era giusto dargli una “casa” importante». E a quella sulla “cosa più bella di questa città”, cita «la chiesa di Santa Maria, dove c’è la Madonna dell’Aiuto». E il Covid? «Ci ha dato tanti problemi, ora sta passando ma dobbiamo ancora stare molto attenti». Assist all’assessore alle politiche giovanili Daniela Cerana invece quando i piccoli ospiti chiedono cosa si farà per i ragazzi: «Abbiamo avviato un tavolo con i ragazzi dai 18 anni, e stiamo valutando un po’ di progetti».

Prossimo step per rispondere all’appello della cooperativa Pollicino è un incontro con l’assessore ai servizi sociali Paola Reguzzoni. I piccoli ospiti nel frattempo hanno “strappato” una serie di promesse di future gite: in Comune a Busto, al museo di palazzo Cicogna, allo stadio Speroni, alla caserma dei carabinieri, al santuario di Santa Maria e sulla ruota panoramica di piazza San Giovanni.

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