La Lega si prende tutta la Sanità del Varesotto. Il no di Cattaneo in giunta

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MILANO – “Ancora una volta ha deciso la politica”. Lo affermano i gruppi di opposizione del Pirellone dopo le nomine di ieri, lunedì 17, dei nuovi manager della Sanità. Le opposizioni hanno scoperto l’acqua calda: è da sempre così, in Lombardia come in tutte le altre regioni italiane. Ma questa volta, perlomeno nel Varesotto, c’è stato un cambio di passo. Politico, certo. Ma con uno sguardo più attento alle competenze dei direttori generali che gestiranno Ats dell’Insubria e Asst dei Sette Laghi e della Valle Olona. Tant’è vero che i due manager chiamati a rilanciare il sistema ospedaliero, Gianni Bonelli e Eugenio Porfido, arrivano da fuori, scelti in prima persona dal governatore Attilio Fontana (foto) sulla base di profili professionali inequivocabili.sanità manager fontana cattaneo

Referenze politiche

Bonelli, 50 anni, in uscita da Biella, ha sinora prestato la sua opera in Piemonte. Porfido, bergamasco, ha contribuito ad esportare il modello sanitario lombardo in Liguria (ultimo incarico a Savona). Tutti e due sono contigui alla Lega, perlomeno hanno acquisito meriti professionali lavorando in strutture dove il partito di Salvini ha potuto conoscerli. Insomma, arrivano a Varese e a Busto Arsizio con profili di tutto rispetto. E con referenze politiche che, per quanto riguarda Porfido, rimandano a Giovanni Toti, presidente ligure di Forza Italia ma, come noto, amico dei leghisti.
A completare la filiera del Carroccio in provincia c’è Lucas Maria Gutierrez, già dirigente della Ats dell’Insubria, promosso ora alla direzione generale. Per lui c’è un passato che lo ha visto orbitare nell’area ciellina, per poi avvicinarsi alla Lega. Un passaggio premiato con la massima carica dell’ente dove lavora da parecchi anni.sanità manager fontana cattaneo

Il siluro a Callisto Bravi

Alle corte: la sanità del Varesotto parla oggi il linguaggio dei leghisti. Una rivoluzione, se vogliamo, che ha estromesso dalla gestione dell’importante e decisivo comparto Forza Italia e, prima ancora, Cl. Al punto che Raffaele Cattaneo (foto), assessore regionale a Palazzo Lombardia, esponente di Noi con l’Italia, ha espresso il suo convinto no alle scelte dei colleghi di giunta, che hanno stoppato il ripescaggio di Callisto Bravi, direttore generale uscente del Circolo di Varese, in un’altra azienda. Una divergenza che, secondo i sussurri di queste ore, rischia addirittura di ripercuotersi sulla continuità di Cattaneo nell’esecutivo di Fontana. In chiaro: l’assessore varesino rischia di saltare.

Forza Italia all’angolo

Vero? Falso? Al momento non c’è risposta. Come difficile è appurare se le notizie che riguardano gli accordi tra Forza Italia e Lega abbiano penalizzato proprio il Varesotto. Dei dirigenti indicati lunedì, 24 sono in quota Lega, 14 vicini ai berlusconiani. Uno stravolgimento rispetto ai vecchi equilibri con Bobo Maroni presidente. Ma allora, la Lega stava abbondantemente sotto il 30 per cento e, per questo, aveva minor peso contrattuale. Dopo le elezioni di marzo, la mappa del potere politico si è capovolta a favore del Carroccio. Cosi, per tenersi l’Asst di Como (nuovo dg è il varesino Fabio Banfi), Monza e il Niguarda di Milano, Forza Italia ha sacrificato il Varesotto, lasciando tra l’altro anche la gestione del sistema sanitario legnanese alla Lega. Con notevole disappunto dei forzisti e dei ciellini varesini, spinti, quanto meno in apparenza, ai margini delle questioni sanitarie locali e in un momento strategico determinato dall’avvio del polo unico ospedaliero di Busto/Gallarate. Tanto più che nelle scorse settimane, addirittura in anticipo sulla lista dei cento nomi da cui ha attinto la giunta di Palazzo Lombardia, era circolata l’anticipazione della nomina a Busto/Gallarate di Armando Gozzini, berlusconiano doc che aveva già diretto la stessa Asst. Chi ha fatto il suo nome, invece di aiutarlo, lo ha bruciato. E la scelta di due manager “esterni” fa supporre che oltre alle loro competenze, Attilio Fontana abbia inteso, per quanto riguarda la sanità, frenare l’invadenza del potere politico locale.

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