La realtà sconosciuta nel Festival della Fotografia Etica di Lodi

lodi festival fotografia

LODI – Situazioni e storie sconosciute in un mondo che evolve velocissimo. Realtà dure, difficili da accettare e talvolta da comprendere. Finestre su universi complessi e spesso terribili. E’ il puzzle proposto dalla XII edizione del Festival della Fotografia Etica che si terrà, dal 25 settembre al 24 ottobre a Lodi: 80 fotografi, provenienti da ogni parte del globo, contribuiranno a realizzare 20 mostre in varie sedi espositive della città e in spazi all’aperto.

Cuore della manifestazione è il World Report Award con sei sezioni o categorie. Master è stata vinta dall’italiano Nicolò Filippo Rosso con Exodus: un viaggio che documenta la lunga marcia di rifugiati e migranti dal Venezuela alla Colombia e dall’America centrale al Messico e agli Stati Uniti, in cerca di pace e libertà. Spotlight è andata al polacco Jędrzej Nowicki e alla sua The Scars, resoconto di quella che oggi è considerata la più grande protesta antigovernativa nella storia della Bielorussia, iniziata nell’agosto 2020. Single Shot con lo scatto singolo del belga Alain Schroeder dal titolo Saving Orangutans, che denuncia il pericolo di estinzione dell’orango in Indonesia a causa della deforestazione incontrollata. Short Story, vinta sempre da Nicolò Filippo Rosso con Consumed by Grief, è il racconto del ritorno dei corpi di 13 migranti al loro villaggio natio in Guatemala, dopo che erano partiti pochi mesi prima in cerca di una nuova vita in Texas dove non fecero mai arrivo. La tedesca Jana Mai si è aggiudicata la categoria Student con il lavoro The Descendants Of The Wolves, ossia la storia dei gagauzi, una minoranza turca di fede ortodossa cristiana che vive nell’area meridionale della Repubblica Moldova. E, infine, Future Generations, vinta dall’italiano Daniele Vita con Bagnanti, che ci porta a Catania sulle tracce dei giovani adolescenti dei “quatteri”, e della loro voglia di vita parallela spesso a scelte di criminalità e malavita. Tutte le rassegne del World Report Award sono raccolte e visitabili a Palazzo Barni, tranne Single Shot che sarà alla Cavallerizza.

lodi festival fotografia

Nello Spazio Approfondimento, ex Chiesa dell’Angelo, ritorna a Lodi dopo 10 anni un maestro del fotogiornalismo mondiale, l’americano Eugene Richards, che porterà i visitatori nell’America profonda del delta dell’Arkansas per vedere quali promesse erano state fatte 50 anni fa alla comunità afroamericana, e quante di quelle si vedono realizzate oggi. Storie che raccontano la povertà endemica, il razzismo, la violenza e la lunga strada ancora da percorrere per raggiungere l’uguaglianza, in una mostra assolutamente inedita in Italia.

Tra le novità di quest’anno lo Spazio Outdoor, che coinvolgerà i Giardini pubblici, portandovi la notissima fotografa americana Ami Vitale con A Daring Giraffe Rescue, cronaca del salvataggio drammatico e pirotecnico al tempo stesso di un gruppo di giraffe di Rothschild dall’isola di Longicharo, un pinnacolo roccioso di lava nel mezzo del lago Baringo, nel Kenya occidentale. Accanto a lei il fotografo olandese Jasper Doest con Pandemic Pigeons -A Love Story, che racconta di una coppia di piccioni selvatici che ha fatto amicizia con la sua famiglia isolata in casa durante la pandemia di Covid-19. Ollie e Dollie, questi i nomi che hanno dato loro, erano “ospiti” abituali in casa e le loro visite quotidiane hanno aiutato tutti quanti a rimanere “sani di mente” in un periodo molto impegnativo. .

Grande attenzione è dedicata per la sezione Uno Sguardo sul Nuovo Mondo, visitabile nel Palazzo della Provincia, che propone due percorsi realizzati in collaborazione con Agence-France Presse attraverso lo sguardo di diversi fotogiornalisti che raccontano La democrazia americana messa alla prova. Una nazione divisa, e Siria: dieci anni di conflitto; l’iraniano Farshid Tighehsaz, invece, con la sua The New Name of Death racconta l’impatto dell’attuale pandemia in una nazione complessa come l’Iran, visitabile invece a Palazzo Barni.

Uno spazio di assoluta importanza è quello dedicato ad Emergency, Un ricordo per Gino, attraverso le foto di Giulio Piscitelli realizzate in Afghanistan negli ospedali di Kabul e Lashkar Gah. Questa mostra – spiegano gli organizzatori parlando del medico Gino Strada – in un momento storico così particolare, vuole essere un monito a non abbassare lo sguardo e a continuare a sostenere il lavoro quotidiano operativo e di sensibilizzazione dell’organizzazione ricordando le parole del fondatore: “Curando le vittime, anno dopo anno, abbiamo capito una cosa semplice. Che qualunque siano le armi, qualunque siano i motivi, la guerra ha sempre la stessa faccia: morti, feriti, gente che soffre. È trovandoci di fronte ogni giorno la sofferenza di centinaia di esseri umani, che abbiamo iniziato a maturare l’idea di una comunità in cui i rapporti siano fondati sulla solidarietà e il rispetto. Una società che faccia a meno della guerra, per sempre.” La mostra è al chiostro del Museo Paolo Gorini.

Nello spazio No Profit viene raccontato il progetto Baba Yao. The Father Of All promosso dalla Fondazione Fútbol Más e realizzato dal fotografo Sebastian Gil Miranda. Baba Yao è la bellissima storia di Austin Ajowi, allenatore di calcio keniota di Mathare, una delle più grandi baraccopoli di Nairobi e dell’Africa. Quando un infortunio al ginocchio ha compromesso la sua carriera da portiere, ha iniziato a ripulire montagne di spazzatura in una discarica nella sua comunità, avvicinandosi ogni giorno di più al suo obiettivo: costruire un campo da gioco per i bambini della sua comunità che oggi si chiama “Austin Grounds”. Si potrà vedere nel cortile della Fondazione Banca Popolare di Lodi, nel complesso ideato da Renzo Piano.

Tante mostre, tante foto, mondi diversi, realtà dure, storie impensabili. Un motivo di più per riflettere, capire e interagire.

Angela Bruno

lodi festival fotografia

lodi festival fotografia – MALPENSA24