La sfida di “Amanda Ferrario sindaca”: «Io civica. A Busto serve visione»

BUSTO ARSIZIO – «Busto Arsizio non ha mai avuto un sindaco donna. Sono anni che non ha visione, che non guarda più in là del suo naso. Se vogliamo qualcosa di nuovo è ora di fare qualcosa che non abbiamo mai avuto il coraggio di fare: cambiare». Si presenta così, Amanda Ferrario, la candidata sindaco designata da Movimento Cinque Stelle, Verdi e Sinistra Italiana per provare a dare l’assalto alla roccaforte del centrodestra. Lo farà con una sua lista civica, ribattezzata “ConLei-Amanda Ferrario Sindaca”.

Candidatura civica

«Senza lista civica non mi presenterei – rivela Ferrario – stiamo già cominciando a costruirla. Ci saranno giovani e persone impegnate in città a vari livelli». Il simbolo della lista, che affiancherà in coalizione i partiti che sostengono la sua candidatura, dice già molto: «Rappresenta un’orchidea, che ha radici molto profonde ma una visione molto aperta. Radici e ali». Perché l’idea è di far riprendere a volare la città di Busto: «Sì – spiega la preside dell’Ite Tosi – svecchiare, toglierci da questo immobilismo durato tanto e trovare una collocazione propria della sesta città della Lombardia, magari con un respiro più internazionale, e che guardi maggiormente a tutti i cambiamenti che l’Europa ci sta facendo intravedere, dall’Agenda 2030 al Recovery plan». Partite di cui per ora in città non si parla: «A Busto l’abitudine è di amministrare come si amministra un condominio, sull’emergenza o sul quotidiano. Cambiare passo significa avere visione».

Idee chiare

Amanda Ferrario ha le idee chiare. Immagina «una città che si inserisca in un panorama più ampio e in linea con l’Europa, che si svincoli dai provincialismi», una città «che sappia essere inclusiva, che abbia luoghi sicuri in cui fare attività sportive, più verde, una migliore mobilità e una qualità di vita più elevata. Una città a misura d’uomo». E nei confronti del Pd e del suo candidato Maurizio Maggioni le porte non sono chiuse: «Ci siamo incontrati e ci siamo detti che molti punti sono in comune – rivela la candidata di M5S-Verdi-SI – ma non c’è ancora una data delle elezioni, approfondiremo ancora e ci riserviamo di convergere se lo ritenessimo opportuno». Nel frattempo però, si parte con la nuova avventura in vista del voto: restrizioni permettendo, verranno organizzate «iniziative pubbliche, anche culturali, da fine marzo». Perché Amanda vuole innanzitutto «ascoltare».

Il primo post di Amanda Ferrario

Sono Amanda Ferrario, classe 1973, due lauree e una vita spesa nell’istruzione.
Ho insegnato per molti anni prima di passare nei ruoli della dirigenza pubblica, cosa che mi ha permesso di maturare numerose esperienze professionali anche in contesti istituzionali di alto profilo.
Svolgo attualmente il ruolo di dirigente tecnico al Ministero dell’istruzione, occupandomi di tematiche legate al mondo dei giovani, dell’educazione e della cultura.
Sono una lettrice appassionata, una convinta sostenitrice delle arti e della musica, tanto da aver portato a Milano il primo liceo coreutico della città.
Da sempre mi occupo di alternanza scuola lavoro, di terzo settore, di povertà educativa, di uguaglianza sociale come membro attivo di svariate task force a livello nazionale, in particolare ho fatto parte della task force di esperti nominata dal Ministro dell’Istruzione per la ripartenza.
Il mio profilo di amministratore pubblico mi ha portata, negli anni, a lavorare molto sulla progettazione, anche attraverso la partecipazione a bandi europei.
Ho così maturato competenze di gestione, di ottimizzazione delle risorse, di ricerca e sviluppo e di visione.
Nel 1992, l’anno della mia maturità, sono stata profondamente colpita dalle stragi di mafia dei giudici Falcone e Borsellino.
Tanto da impegnarmi, nel mio ruolo pubblico, perché i principi di legalità e trasparenza fossero di ispirazione al mio operato e al servizio del bene comune.
Ho fatto mie le parole del giudice Falcone e sono convinta che le idee camminino sulle gambe di altri uomini.
Considero per me un onore poter lavorare come dipendente pubblico, cerco sempre, nell’esercizio delle mie funzioni e nella mia vita personale, di dare il massimo che posso affinché il mio contributo faccia la differenza.
Candidarmi a Sindaco di Busto Arsizio, attraverso una lista civica aperta al sostegno delle forze politiche che si riconoscono nel mio profilo, è una sfida molto importante e seria.
Significa proporre alla città un cambio di passo.
Io guardo al futuro, a medio e lungo termine.
Immagino una città che si inserisca in un panorama più ampio e in linea con l’Europa, che si svincoli dai provincialismi che si porta addosso da decenni, che dia maggior spazio ai giovani e alle imprese e che valorizzi il territorio, riqualificando spazi e strutture.
Immagino una città che sappia essere inclusiva, che abbia luoghi sicuri in cui fare attività sportive, più verde, una migliore mobilità e una qualità di vita più elevata.
Una città a misura d’uomo, ma capace di ospitare eventi culturali, sportivi, sociali di respiro internazionale.
Una città che sappia creare reti e connessioni, che possa sfruttare bandi pubblici per progettare e costruire nuovi luoghi di incontro.
Una città che riparta dalle sue eccellenze.
Le nostre scuole, ad esempio, tra le migliori di tutto il territorio nazionale.
Le nostre piccole e medie imprese, capaci di sviluppare un know how che ha fatto scuola in tutto il mondo, come ci insegna la nostra radicata tradizione tessile.
Eccellenze che hanno bisogno, però, di essere valorizzate e fatte conoscere anche al di fuori dei confini urbani.
Per costruire questo ho bisogno di tutti.
Ascolterò la voce di chiunque abbia qualcosa da raccontare, le storie di ciascuno, le aspettative, le richieste.
E chiederò a chiunque abbia voglia di impegnarsi, di farlo, con me.
Perché il segreto del successo è la condivisione.
È la squadra.
Lo diceva Goethe, le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione.
Mi piace chiudere questa breve presentazione con una citazione di Thomas Jefferson: “Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”.
Busto Arsizio non ha mai avuto un sindaco donna.
Sono anni che non ha visione, che non guarda più in là del suo naso.
Se vogliamo qualcosa di nuovo è ora di fare qualcosa che non abbiamo mai avuto il coraggio di fare: cambiare.

Busto, Amanda Ferrario pronta alla sfida elettorale. E apre al PD

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