L’affresco politico di Sgarbi al Santuccio: «Draghi al Colle, Giorgetti premier»

varese vittorio sgarbi

VARESE Vittorio Sgarbi al Santuccio: politico e critico d’arte. In due parole, al di là degli eccessi che a volte regala, uomo di grande e profonda cultura. A tutto tondo. E che ieri (giovedì 15 ottobre) è stato ospite dell’iniziativa #ilsognocheVa ideata da Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis.

E dopo un tour culturale alla Torre di Velate e sul Bernascone in ristrutturazione, Vittorio Sgarbi, incalzato dalle domande del giornalista Stefano Zurlo, ha offerto alla platea una lezione di geopolitica nazionale e una di arte, incentrata sul suo ultimi libro (“Ecce Caravaggio), e in modo particolare sul quadro “Ecce homo”, da attribuire al grande pittore, battuto ad un’asta a Madrid e ritirato per eccesso di interesse, nel momento in cui l’offerta economica è schizzata a 3 milioni di euro.

Draghi al Colle e Giorgetti a Palazzo Chigi

Una raffica di parole. E di numeri, snocciolati per far capire i pesi politici dei partiti e delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra in parlamento. Ma anche la questione di un centro oggi rappresentato da Carlo Calenda (definito da Sgarbi un «Beppe Grillo con però i contenuti politici veri»), che potrebbe ambire ad avere un ruolo decisivo, ma che non riesce a mettere a sistema valori e peso politico. Per arrivare a fare una previsione di quello che potrebbe accadere tra poche settimane con l’elezione del presidente della Repubblica e successivamente delle elezioni politiche.

«Dai numeri non si scappa – dice Sgarbi – Mario Draghi ha costruito un governo che “porta” ad avere dalla sua parte tutto il parlamento. Fuori c’è solo la Meloni. Quindi è scontato che dopo Sergio Mattarella, un presidente “politico”, al Colle salga un tecnico. E questo tecnico sarà Mario Draghi. Già alla prima votazione. E con l’attuale premier al Quirinale si apre lo spazio per avere un primo ministro non più tecnico, ma politico».

E a questo punto Vittorio Sgarbi tira fuori dal cilindro due nomi. Di centrodestra, «perché i numeri dicono che è questa la coalizione più forte percentualmente». Per Sgarbi, infatti, il successore di Draghi al governo potrebbe essere Giancarlo Giorgetti, «anche se bisogna capire quanto la Lega possa recuperare i voti persi e tornare forte come qualche mese fa». Oppure Giorgia Meloni, «che rispetto ai leghisti ha mostrato una maggior coerenza sui temi. E poi, per favore, smettiamola di strumentalizzarla con questa storia del fascismo. La Meloni è nata nel 1977. E se guardiamo la storia, i fascisti e gli antifascisti alla fine furono le stesse persone, che prima stavano con il Regime e poi sono passate dall’altra parte».

E dopo lo scenario politico futuro, Sgarbi si è spostato dalla scrivania allo sgabello per dare vita a una seconda lezione. Sul Caravaggio, sul quadro Ecce homo da attribuire al grande pittore, ma senza calare d’intensità e passione.