Non c’è spazio per una “Lega nella Lega”: il partito spiega l’alt a Comitato Nord

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Matteo Salvini

VARESE – «L’intervento della Lega per Salvini Premier nei confronti dell’associazione Comitato Nord ha motivazioni di carattere esclusivamente giuridico. Non esiste, e non esisterà mai, alcun problema politico o personale tra Matteo Salvini e Umberto Bossi. Il dibattito interno non autorizza però in alcun modo violazioni della normativa in materia di trattamento dei dati personali dei militanti della Lega, a rischio di multe milionarie». La nota ufficiale (quella appena riportata) del Carroccio chiarisce senza più ombra di dubbio l’autenticità della mail che Giulio Centemero ha inviato a Fabrizio Cecchetti. E spiega anche che la missiva (e la diffida) ha una funzione preventiva e protettiva nei confronti del partito: evitare il rischio di multe milionarie. Caso chiuso? Tutt’altro.

Giro di vite sul Comitato Nord

La nota leghista dice tutto. Anche ciò che non è scritto. Ovvero da un lato dà un po’ di “briglia” al Comitato, ma dall’altro la conferma della paternità della mail e la precisazione sul motivo della diffida, altro non vogliono dire che è stato dato un segnale. Insomma, non si può parlare di scontro frontale o di pugno di ferro contro il “fronte nordista”, quanto piuttosto di un avvertimento del tipo: “Non c’è spazio per una Lega nella Lega”. In questo la linea salviniana è aderente con il Bossi pensiero: “La Lega è una”. In altre parole: il Comitato Nord può prendere vita, ma non può attingere dal database di partito, che per una nuova iniziativa politica rappresenta una fonte facilitata per fare nuovi adepti. Fate pure, ma la strada non è spianata.

Colpo basso su tutta la linea non salviniana

Il colpo è andato a segno. Prima la mail firmata dal tesoriere leghista ma senza simboli di partito, quasi a dare adito che fosse un fake, e poi la nota del Carroccio hanno sorpreso e sparigliato tra le fila di chi ha già aderito al Comitato. Ma anche tra coloro che sono ancora indecisi adesso non mancano imbarazzi e dubbi sul passo da fare. Sono in tanti a leggere la mossa del partito come un monito: «E’ chiaro che così facendo hanno tracciato un solco e diviso il campo. Cosa accadrà ora non lo sappiamo»; commenta qualcuno. «Con quel comunicato hanno fatto un passo indietro dopo che hanno capito di aver combinato un pasticcio», aggiunge qualcun altro. Al di là della posizioni tutti hanno però compreso che di spazi per manovrare ce ne sono pochi. E quei pochi sono perfino stretti.

Chi soffia sul vento del Nord

Ogni volta che in politica spunta una sigla che ha nel nome il punto cardinale che indica il settentrione salta fuori in qualche modo il nome di Marco Reguzzoni. Ricordate quando il Nord, che avrebbe dovuto essere Grande, si è invece ristretto non nel nome ma nelle percentuali elettorali? E anche in queste settimane è più o meno accaduta la stessa cosa. Certo il Comitato Nord è ben lontano dall’essere partito e forse non ha nemmeno l’ambizione di diventare tale. Il nome dell’ex enfant prodige leghista però gira. O meglio, racconta qualcuno e confermano altri, resta lì sullo sfondo. Dietro le quinte (i maligni aggiungono persino dietro al Senatur, “usato” come paravento). Forse per fiutare l’aria e capire, come i surfisti, se sta montando l’onda giusta.

Ma c’è anche chi sostiene che l’uomo che ha creato il polo commerciale della Mizar «stia giocando a intestarsi Comitato Nord proprio perché non ha la regia dell’operazione. Tutto questo però prima di quella mail, in quanto il messaggio di Centemero è arrivato a tutti». Anche a Marco Reguzzoni.

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