«Nessuna moschea a Sesto» ribadisce l’ex sindaco Colombo dopo la Consulta

SESTO CALENDE – «Avanti con rigore e determinazione per dire No alla moschea a Sesto». A rivendicare la correttezza del suo operato come amministratore locale è Marco Colombo, già sindaco di Sesto Calende, il Comune in cui ha avuto origine, da parte di una associazione islamica, il ricorso al TAR che ha poi ha inviato gli atti alla Consulta. Proprio a partire da quel caso, il cui ricorso è tuttora pendente, la Corte Costituzionale ha “cassato” due commi della legge di Regione Lombardia sulle moschee.

La questione sestese

«La Consulta si è espressa sulla legge regionale, non sui provvedimenti del Comune di Sesto Calende – chiarisce Marco Colombo, per dieci anni sindaco della città lungo il Ticino prima dell’elezione al Pirellone – noi abbiamo approvato il Pgt, con il Par, il Piano per le attrezzature religiose, rispettando la legge. Poi il ricorso alla Corte Costituzionale è stato portato avanti per fare da apripista». La questione sestese infatti è ancora pendente al Tar. «A Sesto abbiamo dato parere negativo alla moschea perché riteniamo che non ci sia una presenza diffusa sul territorio, guardando i numeri dell’Associazione Islamica Ticinese» ricorda Marco Colombo, promettendo che «a Sesto si continua a lottare per il no alla moschea. Ho tenuto per dieci anni la barra ferma con la maggioranza compatta, oggi lo faccio ancora da capogruppo di maggioranza con la fortuna di avere come sindaco Gianni Buzzi che è sempre stato al mio fianco da vicesindaco in questa vicenda. Andiamo avanti con forza, rigore e determinazione nel dire no alla moschea a Sesto. Nel rispetto della legge».

La battaglia della Lega in Regione

«Ora che la Corte Costituzionale ha eliminato alcuni articoli della legge cosiddetta “antimoschee” – aggiunge Marco Colombo – da consigliere regionale mi impegnerò a fare tutto il possibile affinché possano trovare spazio ulteriori modifiche per limitare la proliferazione incontrollata di moschee. Siamo già al lavoro sia con l’Assessore Foroni sia con il Gruppo Lega in Consiglio regionale per far fronte alla sentenza della Consulta e porre in essere degli emendamenti migliorativi del testo di legge. Uno degli obiettivi è quello di evitare che ci sia una perdita di autonomia degli Enti locali in materia di programmazione urbanistica del territorio, anche in materia di attrezzature religiose. Ci batteremo sempre per tutelare il diritto alla sicurezza dei lombardi».

Tovaglieri agli Islamici: «Serve un’intesa con lo Stato italiano»

isabella tovaglieriSul tema interviene anche l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri, che ribadisce la sua posizione a sostegno delle regolamentazioni previste da Regione Lombardia: «La legge regionale lombarda sui luoghi di culto intende impedire il proliferare di moschee abusive sul nostro territorio, contrastando casi come quelli della provincia di Cremona, dove macellerie islamiche venivano trasformate di notte in moschee. Il diritto all’esercizio del culto non deve infatti prevalere sulle esigenze di igiene, sicurezza, decoro e ordine pubblico. La normativa regionale sarà sicuramente rivista, ma gli islamici devono uscire dalla clandestinità decidendo di stipulare, come le altre confessioni, un’intesa con lo Stato italiano!».

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