Il PD attacca il centrodestra: «Diviso e litigioso. Busto merita ben altro»

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BUSTO ARSIZIO – «Il centrodestra bustocco? Diviso su tutte le decisioni importati e strategiche e privo di una vera e propria visione della città. Busto merita un’amministrazione stabile e alla sua altezza e non continue liti che la danneggiano». Il Partito Democratico, per voce del suo segretario cittadino Paolo Pedotti, attacca Palazzo Gilardoni su più fronti: Accam, piazza Vittorio Emanuele, Coop, Area delle Nord, ex calzaturificio Borri.

Le continue divisioni nel centrodestra

Non è certo la prima volta che le forze che compongono la maggioranza di centrodestra si differenziano sui temi fondamentali per la città. Era successo con la discussione sull’inceneritore Accam, quando la Lega premeva per chiudere l’impianto il prima possibile e il sindaco Antonelli in Commissione sembrava voler lasciare aperta la porta a nuovi progetti di recupero per lo smaltimento dei rifiuti, così come chiesto dai consiglieri del Partito Democratico.

Un’altra importante spaccatura è emersa sulla mozione Pd che chiedeva di verificare tutte le nomine nelle partecipate a seguito dell’inchiesta della mensa dei poveri, con Lega astenuta e sindaco contrario. E soltanto ultima in ordine di tempo è la vicenda del bilancio con la Lega, azionista di maggioranza che non ha partecipato al voto in giunta sulla delibera più importante della città con uno scambio di accuse reciproco tra i vertici leghisti e Antonelli.

L’assenza di indirizzo politico nello sviluppo della città

Nell’arco degli ultimi anni Busto è diventata una città priva di un indirizzo politico chiaro e univoco. Non c’è una posizione definitiva rispetto a cosa fare del futuro di Accam, laddove la società pubblica ormai non è più in house e dovrà concorrere sul mercato. Quale socio con una quota non irrisoria, come procederà il Comune rispetto al nuovo piano industriale?

Stiamo ancora aspettando che si riempiano tutte le abitazioni e gli uffici della restaurata Piazza Vittorio Emanuele II per ridare vita a un pezzo del centro storico, ma – al netto del marketing territoriale – non si capisce come si possa “inciampare” in un esposto sull’allacciamento delle luminarie, ormai spente, segnale di scarsa attenzione da parte di chi doveva vigilare.

Sempre in centro abbiamo assistito alla presentazione sulla carta del piano per riqualificare l’intera area adiacente alle Ferrovie Nord che però aspetta nuovamente l’intervento dei privati per partire dopo anni di incuria e di abbandono. Così come è abbandonato al suo destino anche l’ex calzaturificio Borri, ricordato solo a tratti dal Comune, ora in contenzioso persino con la Coop che pure lo avrebbe aiutato.

E sono sempre i privati e la Regione che dovrebbero investire nel quartiere di Beata Giuliana con un nuovo multisala e l’ospedale unico Busto-Gallarate, oltre all’avvio della realizzazione dello “storico” palaghiaccio: non c’è un progetto complessivo di vocazione per il quartiere con opere di compensazione insufficienti e interventi sulla viabilità spezzettati.

Il Comune, penalizzato dall’uscita da Anci, è assente nel dialogo con Anas, che ha prima chiuso il varco di Sant’Anna sulla SS336 in direzione A8 e poi ha “ceduto” l’uscita di Busto Nord a Gallarate. Ed è assente anche sul progetto ferroviario del raccordo a Y, non essendosi espresso in Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – al contrario della vicina Castellanza – per lo stralcio del progetto, così come votato all’unanimità dal Consiglio Comunale.

Busto non è più attrattiva. Serve voltare pagina

Il primato demografico di Busto su Como, annunciato in pompa magna dalla Lega e dal Sindaco Antonelli nell’estate del 2018, non è durato più di un anno. La città è entrata in stagnazione demografica nel 2019: aveva 83.662 abitanti a gennaio 2019 e 83.616 a giugno 2019 (ultime stime ISTAT). Al contrario il capoluogo lariano è passato da 82.401 a 85.821 abitanti nello stesso periodo, staccandola di netto.

La crescita della città si è fermata a causa delle profonde divisioni nel centrodestra sui temi strategici e di sviluppo urbano e, in assenza di interventi di potenziamento infrastrutturali sulla SS336 e sulla linea ferroviaria, quale la realizzazione del quadruplicamento della tratta Rho-Gallarate, Busto si sta progressivamente isolando dal contesto urbano in cui è inserita.

Come Partito Democratico riteniamo sia necessario ridare slancio alla città attraverso una crescita diffusa, che individui delle vocazioni per ogni quartiere e che sia guidata da un’Amministrazione efficiente ed efficace a perseguire gli obiettivi che si pone. Se l’attuale amministrazione ne risulta incapace, è bene voltare pagina nell’interesse di tutti i cittadini.

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