L’ex consigliere Tosi: “Scheletro Palaghiaccio? Subito una palestra d’arrampicata”

busto palaginnastica opere pubbliche

BUSTO ARSIZIO – Fra “incompiute” e “cause perse” è bastato un post su facebook dell’ex consigliere comunale Matteo Tosi per accendere il dibattito cittadino sullo scheletro del Palaghiaccio, la cui struttura – secondo l’esponente di Busto Grande – sarebbe facilmente trasformabile, peraltro in tempi brevi, in un PalaClimbing o PalaArrampicata, con costi sostenibili (la metà garantita da investitori privati appassionati della montagna) e con un orizzonte e un impatto più green.

Il post

Ogni volta che vedo questo scheletro – nato insieme alla Fondazione Blini e morto ancor prima – penso a che due grandi occasioni abbia buttato la Città Busto Arsizio. Un polo sportivo “alternativo”, che si sarebbe ampliato man mano e uno spazio di aggregazione e protagonismo giovanile, di cui oggi si avverte ancor più il bisogno. Ogni tanto, quasi mi auguro che resti lì come un monumento alla poca lungimiranza di chi preferisce sempre dire di no

Blini e Palaghiaccio, quale il nesso?

“Non hanno niente in comune, ma sono due “vicende” nate all’interno di un’unica Convenzione che stava regalando a Busto due occasioni all’avanguardia, per essere sempre più compiutamente il capoluogo che non è solo sulle targhe delle macchine. Essendo stato coinvolto nella Fondazioni Blini, su cui non dirò oltre, ho sempre notato come anche il Palaghiaccio sia sempre stato caratterizzato da una sorta di opposizione a prescindere, e si sia deliberatamente scelto di far arenare il tutto. In questo caso, però, dopo aver buttato soldi e ingessato il degrado di un’area che certo non ne aveva bisogno”.

Pro Palaghiaccio?

“Ne sono sempre stato un fan. Non ho mai avuto la certezza che avrebbe funzionato a pieno regime, ma ho sempre pensato che avrebbe potuto lavorare bene, con una gestione adeguata, anche perché quello nella Città Giardino è a tre quarti d’ora dall’uscita dell’autostrada di Varese, mentre il nostro sarebbe stato facilmente raggiungibile da diverse zone. E, visto che anche allora si parlava di un campus, credevo che partire con un palazzetto e relative infrastrutture avrebbe facilitato i passi a venire, a prescindere che si trattasse di palaginnastica, stadio del rugby, skate-park, campi da calcio o quant’altro”.

E il Palaginnastica?

“Busto ha il dovere di offrire un Palaginnastica coi fiocchi alla Pro Patria, ma anche occasioni di svago e sport a tutta la cittadinanza, tornando ad affermare la propria leadership territoriale in materia di attrattività sportiva. Quello che dico è che l’ottimo è nemico del bene, e che se non si riesce ad avviare un intervento di grande respiro, bisogna comunque partire da quel che c’è, e trasformarlo in un volano”.

Dal Palaghiaccio alla Palestra d’arrampicata

“Per un Palaghiaccio mi sembra che ormai si sia in ritardo, ma si può sempre guardare agli sport del freddo, strizzando l’occhio sia alle prossime Olimpiadi, sia al centenario del CAI cittadino, sia alle eccellenze cittadine (su tutti la guida alpina Marco Tosi). So che in passato si era già ipotizzato di adattare la struttura esistente (non trasformabile in un PalaGinnastica per questioni d’altezza della volta) per farne una palestra di arrampicata sportiva – oggi peraltro sport olimpico con sempre più praticanti e una richiesta ed un mercato in continua espansione – per fare così di Busto un punto all’avanguardia e di riferimento sul territorio”.

Verso un climbing-center

“Come alternativa in grado di “valorizzare” quello che c’è già, il PalaClimbing potrebbe essere il primo passo di una sacrosanta scalata verso un campus multisport, a prescindere dal fatto che sia inserito o meno in un progetto “totale””.

Palaghiaccio climbing arrampicata – MALPENSA24