Little Boy che ha cambiato la storia del mondo

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6 e 9 agosto 1945, Hiroschima e Nagasaki: due date, due città. Così è cambiata la storia del mondo

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, alle ore 8,15 del 6 agosto 1945, 78 anni fa, la bomba scoppiò ad un’altezza di circa 600 metri. A quell’altezza la forza esplosiva investì in pieno persone, costruzioni, manufatti, tutto ciò che c’era in una vasta area senza provocare il “solito” cratere. Luce e calore giunsero a terra prima del suono. Il mondo divenne buio e un fronte d’aria che si muoveva ad oltre 1.250 Km/ora spazzò via tutto ciò che si trovava sul suo cammino. Una valanga di fuoco corse sulla terra scossa dal boato dell’atmosfera in fiamme. Il calore dell’esplosione fu tale che, in un raggio di alcune centinaia di metri dal “ground zero”, vaporizzò qualsiasi materiale infiammabile e non solo. La pressione atmosferica ebbe un tale picco che occhi e polmoni esplosero in un attimo. Anche i timpani. Nel giro di pochi secondi la pressione atmosferica dapprima rallentò ma poi riprese in direzione opposta risucchiando tutto verso il cuore dell’esplosione. Il sole scomparve oscurato da una colonna di fumo, cenere e macerie. Hiroshima semplicemente scomparve. Rimase solo un deserto che, parecchio tempo dopo, si scoprì ardente per molto tempo.

Dapprima Hiroshima era stata risparmiata dai bombardamenti ma risultava comunque uno snodo di rilievo per le comunicazioni ed una base importante per l’esercito. Fu scelta, non proprio a caso, su di una lista di eventuali bersagli. Dall’isola di Tinian, a sette ore di volo dal Giappone, partivano i B29 che bombardavano regolarmente l’arcipelago giapponese con decisione e precisione cattiva. Alle prime ore del mattino le luci di una troupe cinematografica illuminarono l’Enola Gay, così battezzato in onore della mamma del Capo pilota, il comandante Paul Tibbets. Poco dopo il bombardiere si alzò piegando con un largo giro verso ovest, là dove si sarebbe compiuto il primo lancio di una bomba, chiamata con macabra ironia Little Boy, che avrebbe cambiato la storia del mondo. La seconda, Fat Man, sarebbe stata sganciata su Nagasaki il 9 agosto. Più di 200.000 morti immediatamente e poi un’enorme scia di lutti e sofferenze.

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Ivanoe Pellerin

Il presidente Truman si trovò a dover decidere se utilizzare la bomba atomica ciò che soprattutto si temeva era non tanto un prolungamento del conflitto, quanto il fatto che la Russia dichiarasse guerra al Giappone, per poi controllare il paese con le sue armate ed espandere la propria influenza nel Sud-Est asiatico. Vi era inoltre un estremo interesse a sperimentare sul campo la bomba, costata allora attorno ai due miliardi di dollari. Il mese precedente al bombardamento, la conquista di Okinawa aveva causato la morte di 150.000 civili e militari giapponesi e la perdita di circa 70.000 soldati statunitensi ma aveva offerto una base ideale per la conquista del Giappone da parte degli USA. Tuttavia gli Alleati temevano perdite tre o anche quattro volte superiori dato l’acceso patriottismo e l’assoluta abnegazione dei soldati giapponesi, crescente a mano a mano che arretravano verso la madrepatria.

Truman, sostanzialmente in sintonia con le opinioni dei suoi consiglieri che volevano da una parte fare impressione alla Russia e dall’altra “imporre le nostre condizioni alla fine della guerra”, deciso fin dall’assunzione della sua carica a modificare la politica del suo predecessore nei confronti dell’Unione Sovietica assumendo una posizione più rigida nei negoziati in corso sulla situazione in Europa orientale, costituì il cosiddetto Interim Committee all’inizio di maggio. Il compito del comitato era di proseguire lo sviluppo del programma atomico statunitense e pianificare l’impiego operativo della nuova arma. Fra i componenti di questo comitato vi erano Henry L. Stimson, ministro della guerra, e James F. Byrnes, segretario di stato, e i due massimi responsabili della ricerca scientifica, Vannevar Bush direttore dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo e James B. Conant, Chairman del Comitato di Ricerca e Difesa Nazionale e presidente della Harvard University. L’Interim Committee era affiancato da un comitato consultivo formato dai massimi esperti del mondo scientifico tra i quali Oppenheimer, Compton, Fermi e Lawrence, coinvolti nel progetto Manhattan che portò all’esperimento nucleare nel deserto del New Mexico. L’Interim Committee concluse il suo lavoro con la riunione del 31 maggio in cui venne completata la relazione finale da presentare al presidente nella quale, secondo le testimonianze dei partecipanti, era già scontato che la bomba sarebbe stata utilizzata. Il presidente Truman scrisse nel suo diario: “Abbiamo scoperto l’arma più terribile nell’intera storia dell’umanità. Ho comunicato al ministro della guerra Mr. Stimson di utilizzarla solo contro obiettivi militari, soldati, marinai … non donne e bambini.” Appunto.

Robert Oppenheimer fu uno scienziato cardine del progetto Manhattan ed il film di Christopher Nolan, il kolossal che narra la sua storia, uscirà nelle sale il 23 agosto. È tratto dall’avvincente, corposo e completo saggio di Kai Bird, scrittore, giornalista, esperto di relazioni politiche tra Stati Uniti e Medio Oriente, e Martin J. Sherwin, storico, docente alla Princeton University, studioso della storia delle armi nucleari ed in particolare del progetto Manhattan. Il libro nel 2006 ha ricevuto il premio Pulitzer. Ripercorre la parabola di una vera icona dell’America degli anni Quaranta, dall’oscurità ad una fama straordinaria fino all’umiliazione di trovarsi coinvolto, nel 1954, in una terribile inchiesta su ipotetici rapporti con l’URSS che avrebbe compromesso per sempre la sua reputazione.

Al primo test nucleare fu dato il nome di Trinity e Oppenheimer ne diventò l’autore più riconosciuto, una specie di novello Prometeo in senso negativo. “… Prometeo donò il fuoco agli uomini di nascosto da Zeus.” In seguito scriverà: “I fisici hanno conosciuto il peccato e da questa consapevolezza non potranno mai liberarsi”. Cari mici vicini e lontani, come aveva ragione!

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