Il sindaco Rosa contro Report: «Lonate non è più quella di Rivolta e Caianiello»

Lonate marcia legalità rosa

LONATE POZZOLO – Dopo la puntata di Report andata in onda su RaiTre lunedì 19 ottobre interviene il sindaco di Lonate Pozzolo Nadia Rosa. Nel corso di un ampio servizio la trasmissione di inchiesta ha disegnato i presunti affari di famiglia connessi alla politica del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana passando poi, con un’intervista a Nino Caianiello, l’ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese arrestato nel maggio 2019 perché coinvolto nell’inchiesta Mensa dei poveri, ma soprattutto con l’intervento dell’ex sindaco di Lonate Danilo Rivolta (arrestato nel 2017), a scandagliare le infiltrazione della ‘ndrangheta nella politica locale.

Un sistema che non esiste più

E qui è entrato in gioco Lonate: Rivolta ha infatti ammesso davanti ai pm di essere stato eletto con 300 voti della ‘ndrangheta e di aver nominato in giunta un assessore gradito al clan. Rosa non nega i fatti, però sottolinea come «Questa non è Lonate oggi» e ricorda la marcia della legalità che ha portato mille persone in piazza nel luglio del 2019 subito dopo gli arresti della prima tranche dell’inchiesta Krimisa che ha decapitato la locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate. «Lunedì è andato in onda su RaiTre un servizio di Report nel quale si è diffusamente parlato di Lonate Pozzolo, in particolare con l’intervista all’ex sindaco Danilo Rivolta che ha ammesso davanti alle telecamere l’esistenza di un sistema “non del tutto legittimo”, per usare le sue parole – scrive il sindaco Rosa in un post – Si trattava di un sistema del tutto illecito tanto è vero che ci sono indagini e processi tuttora in corso su quanto accaduto (indagine Krimisa, indagine Mensa dei Poveri)».

Gli onesti sono di più

Nadia Rosa è il sindaco che a settembre di quest’anno, in consiglio comunale, dopo gli ultimi arresti ad inizio settembre nella seconda tranche di Krimisa (che ha visto indagati anche due agenti della polizia locale del consorzio dei Comuni di Lonate e Ferno) ha detto: «No al silenzio, serve una scelta di campo netto». Il post prosegue: «Ritengo che l’immagine di Lonate Pozzolo che viene rappresentata da quel servizio sia falsata. Non perché racconti cose non vere, ma perché ha raccontato un passato che innegabilmente c’è stato ma che non è più attuale. Lonate ora non è così – scrive il sindaco – Le elezioni del 2018 non sono state vinte con l’appoggio della ‘ndrangheta. La popolazione di Lonate è scesa in piazza per far vedere a tutti che “Gli onesti sono di più” quando ci sono stati gli arresti del luglio 2019. L’amministrazione del Comune non avviene in maniera collusa con la criminalità né ci sono influenze di alcun tipo».

Lonate non è più quella di Report

Rosa chiude parlando di “verità parziale”. «Il servizio giornalistico invece ha fatto intendere che quanto affermato da Caianiello e Rivolta sia tuttora la norma. Ha raccontato una storia vera ma incompleta, scegliendo di non parlare del finale. Uso la parola “scelta” perché Report aveva intervistato anche me (ed altri) e il nostro racconto spiegava come si è lavorato per cambiare le cose e come non succedano più certe ingerenze o influenze che prima erano la norma, che si tratti di corruzione o di criminalità, o semplicemente di “favori”. Scrivo queste parole perché la percezione che hanno avuto le persone con cui ho avuto occasione di parlare o che mi hanno mandato messaggi dopo la trasmissione è che nulla sia cambiato e ci tengo a precisare quanto la Lonate Pozzolo attuale sia diversa dalla rappresentazione di Report», conclude il sindaco.

Ndrangheta a Lonate, il sindaco: «No al silenzio, serve una scelta di campo netta»

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