Mensa dei poveri, i pm: «Tutti a processo». Anche il sindaco di Gallarate

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L'ex europarlamentare Lara Comi e Nino Caianiello

GALLARATE – Mensa dei Poveri depositata l’ultima tranche di richieste di rinvio a giudizio. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati ai quali a fine maggio era stato notificato l’avviso di conclusione indagini. I pm Luigi Furno, Silvia Bonardi e Adriano Scudieri, titolari dell’indagine hanno chiesto di mandare a processo oltre a Nino Caianiello, ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese considerato il perno centrale di un sistema di tangenti, finanziamenti illeciti, nomine e appalti pilotati in Lombardia, anche il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, l’ex amministratore di Tigros Paolo Orrigoni, l’ex eurodeputata Lara Comi e gli 11 indagati che nel novembre 2019 si erano visti rigettare dal gip Maria Vicidomini le istanze di patteggiamento, a pene tra 1 anno e 8 mesi e 3 anni, avanzate, col consenso dei pm.

Chi chiederà di patteggiare

Il giudice aveva rigettato le richieste in quanto riteneva che applicare pene così basse di fronte a fatti gravi significasse avallare la possibilità concreta che gli indagati tornassero a commettere reati a discapito «di quanti, fra imprenditori e professionisti, lavorano onestamente». La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, tra gli altri, Stefano Besani, avvocato di Gallarate, Laura Bordonaro, ex presidente di Accam spa, Matteo Di Pierro, ex collaboratore dell’imprenditore Daniele D’Alfonso, Marcello Pedroni, all’epoca consigliere di Prealpi servizi, Alessandro Petrone, ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, l’ intermediario Pier Michele Miano e l’imprenditore Piero Tonetti. 

A novembre l’udienza preliminare

I difensori avevano già annunciato di voler ritentare la via del patteggiamento in sede di udienza preliminare. Così come Caianiello il cui difensore Tiberio Massironi aveva già palesato la volontà di intraprendere la strada di un patteggiamento congruo «E’ innegabile che al mio assistito venga riconosciuta la collaborazione fattiva con gli inquirenti». Caianiello è stato interrogato dai pm per mesi. Cassani aveva già commentato la notizia della notifica dell’avviso di conclusione indagini dichiarandosi tranquillo e assolutamente estraneo ai fatti contestati: «Contro di me solo illazioni e nessuna prova», aveva detto.  Il prossimo 12 novembre, dunque, questo secondo troncone sarà riunito al primo (che vede già in fase di udienza preliminare una settantina di indagati per i quali i pm avevano chiesto in precedenza il rinvio a giudizio tra cui compaiono Carmine Gorrasi, ex consigliere comunale di Busto e coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese e il consigliere regionale Angelo Palumbo) davanti al gup Natalia Imarisio che deciderà se rinviare a giudizio oppure se archiviare e accettare l’ammissione a riti alternativi e accogliere i patteggiamenti.

Caianiello cerca di evitare il carcere. Cassani deciso a provare la sua innocenza

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