Anche Tigros spa indagata in Mensa dei poveri. Potrebbe dover risarcire

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SOLBIATE ARNO – Chiuse le indagini anche per l’ex patron di Tigros Paolo Orrigoni. E anche per la società di cui, sino al momento dell’arresto, avvenuto il 14 novembre scorso, era la guida indiscussa. Orrigoni si era dimesso pochi giorni dopo il terremoto passando il testimone alla sorella. La procura di Milano ha però indagato quale persona giuridica anche Tigros spa contestando un illecito amministrativo alla società di grande distribuzione.

Tigros spa indagata come persona giuridica

La vicenda è nota e vede coinvolti l’ex assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone, il coordinatore cittadino di Forza Italia Alberto Bilardo, Nino Caianiello, ex ras di Forza Italia considerato dagli inquirenti il burattinaio del presunto sistema corruttivo, l’intermediario Mauro Tolbar, Paolo Orrigoni, in qualità di privato corruttore, e l’imprenditore gallaratese Pier Tonetti. La vicenda ruota attorno a una presunta mazzetta da 50mila euro, corrisposta da Tonetti, per l’inserimento di una variante puntuale all’interno del Pgt di Gallarate in relazione all’area di via Cadore 2 a Gallarate sulla quale sarebbe dovuto essere spostato un nuovo e più grande supermercato Tigros. L’accordo prevedeva, stando a quanto ricostruito dai magistrati, la restituzione della mazzetta destinata a Caianiello a Tonetti da parte di Orrigoni al momento della stipula del contratto per la cessione dell’area pronta per ospitare il nuovo supermercato. Scrivono i pm nell’avviso di conclusione delle indagini che le pressioni sul professionista incaricato di redigere il Pgt (a sua volta indagato) furono tali da spingere quest’ultimo a minacciare di abbandonare l’incarico.

Potrebbe dover risarcire

Tigros spa, con sede a Solbiate Arno, è indagata «In relazione alla commissione del reato di corruzione, di cui agli artt. 110, 319-321 c.p., commesso, nell’interesse e vantaggio della società Tigros spa con sede in Solbiate Arno». La corruzione contestata a Orrigoni era infatti logicamente finalizzata a garantire un vantaggio alla sua società, ovvero l’apertura di un nuovo supermercato per procacciarsi nuovi clienti. In caso di condanna anche la società potrebbe essere chiamata a risarcire.

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