Mensa dei poveri, il legale di Orrigoni: «Nessun illecito, pronti a collaborare»

paolo orrigoni

MILANO – «Il mio assistito Paolo Orrigoni (nella foto) è rimasto ovviamente stupito per la misura cautelare che lo ha raggiunto ma – dichiara l’avvocato Federico Consulich dello studio legale associato Giannangeli-Consulich che assiste il patron di Tigros – è consapevole di non aver commesso alcun illecito. La fiducia nella magistratura è massima e confidiamo di poter chiarire quanto prima e in modo inequivocabile la nostra posizione, nell’ottica della più ampia collaborazione».

Pericolo di reiterazione del reato

Orrigoni è stato raggiunto nella mattinata di ieri, giovedì 14 novembre, dall’ordinanza di custodia cautelare che lo ha portato agli arresti domiciliari, così come accaduto per l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi. Per Giuseppe Zingale, ex direttore dell’Agenzia per il lavoro Afol, il gip Raffaella Mascarino ha invece disposto la cutodia in carcere. Quella compiuta ieri è la seconda tornata di arresti in seno all’inchiesta Mensa dei poveri che, lo scorso 7 maggio, aveva annullato Forza Italia in Lombardia portando in carcere anche l’ex plenipotenziario dei berlusconiani a Varese Nino Caianiello.

Di Orrigoni, ex candidato sindaco di Varese per il centrodestra nel 2016, aveva parlato l’imprenditore gallaratese Pier Tonetti, a sua volta sottoposto a misura di custodia cautelare lo scorso 7 maggio. Tonetti ha raccontato che, d’intesa con lui, Orrigoni avrebbe versato l’anticipo di 50mila euro della presunta tangente, mascherata sotto forma di incarico a uno studio di ingegneristica, per ottenere la variante di destinazione d’uso del Pgt di un terreno a Gallarate su cui aprire un nuovo punto vendita Tigros. Nella richiesta di misura poi avallata dal gip i pm milanesi scrivono che l’arresto del patron di Tigros perché Orrigoni viene descritto come «Abituato ad utilizzare il metodo corruttivo per portare avanti le varie pratiche edilizie relative alla realizzazione dei suoi supermercati». In sintesi per l’imprenditore varesotto sussisterebbe in particolare il pericolo di reiterazione del reato.

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