Malnate, terremoto nel centrosinistra: alleanza PD-Bellifemine ai titoli di coda

Bandiere un tempo amiche

MALNATE – Manca la parola fine, ma sull’alleanza PD – Irene Bellifemine stanno scorrendo i titoli di coda. Salvo miracoli, infatti, le strade del Partito Democratico e quelle del sindaco in carica, che ha già annunciato la sua volontà di ripresentarsi, si divideranno. Ora il problema è che nessuno vuole essere il primo a prendere il cappello e dire le cose come stanno. Ma andiamo con ordine.

Il segreto di Pulcinella

Che l’amore politico tra il Partito Democratico di Malnate e Irene Bellifemine sia al capolinea lo si sa da un pezzo. Da mesi. C’è chi dice addirittura da qualche anno. Dem e sindaco, infatti, secondo i racconti da una parte (PD) e dall’altra (Malnate Sostenibile) hanno vissuto buona parte del mandato da separati in casa. O quasi.

Ora senza rivangare il passato, pare che a pesare siano stati: il carattere, la poca disponibilità a coinvolgere e fare squadra (così dicono i piddini della Bellifemine), insomma dettagli che a lungo andare hanno logorato i rapporti. Dall’altra parte (e qui raccontano i fedeli del sindaco) invece pare abbiano pesato le assenze di qualche assessore e il feeling che ha portato al successo elettorale quasi subito raffreddato.

Il mistero dell’iscrizione rifiutata

E di equivoco in equivoco si è andati avanti. Tra questi c’è anche un episodio tanto curioso quanto misterioso a seconda (anche qui) di chi lo racconta. Negli ambienti politici malnatesi, infatti, c’è chi (solo ora) tira fuori la richiesta del sindaco a iscriversi al Pd locale. «Qualcosa di un paio d’anni fa», circoscrive qualcuno. Iscrizione mai portata a termine. «Gliel’hanno rifiutata», raccontano alcuni; «Non ha mai fatto pervenire richiesta ufficiale», raccontano altri. Tutti concordi nel dire: «Però il segretario provinciale (a quel tempo alla guida del partito c’era Giovanni Corbo, ndr) sapeva, ma non è intervenuto». Insomma, altro equivoco mai risolto. Una questione che brucia ancora evidentemente, al punto che c’è chi minaccia di smentire qualora la notizia fosse uscita.

Come non è mai stata risolta (o comunque è stata messa sotto il tappeto come si fa con la polvere quando non si sa dove buttarla) la sfiducia che il PD locale, mesi fa, ha votato nei confronti del sindaco. Motivo? Nessuno lo dice, ma in tanti confermano che durante una riunione di partito quel voto è stato «forte e compatto».

Insomma si potrebbe riascoltare la canzone di Vasco Rossi nella quale il rocker parla di una relazione (quella amorosa e questa politica, ma la sostanza non cambia) che non ha più senso, tenuta in piedi per stanchezza in cui entrambi, in maniera buffa, tentano di nascondere la crisi.

Grosso guaio a Chinatown

E’ chiaro che Malnate è una roccaforte PD. Ed è evidente che il casino, iniziato mesi fa, ora è diventato una patata bollente nelle mani (si potrebbe usare un termine ben più colorito, ma di suola delle scarpe e non di mani si dovrebbe parlare) di segreterie rinnovate da poco. Che continuano a lavorare per compiere quel miracolo impossibile di cui sopra. Ma se Cecilia Carangi e Alice Bernardoni credono davvero in quello che dicono non è dato saperlo. Per lo meno fino a settimana prossima. Prima c’è un incontro di partito fondamentale: sabato 24 febbraio. Avrebbe dovuto essere segreto, ma ormai parlano anche i muri. Tanto che Bernardoni, più ermetica di una poesia di Ungaretti, rilascia una dichiarazione stringatissima: «Lavoriamo per trovare una soluzione. La miglior soluzione possibile». E anche la guida dem local parla in sintonia: «Come PD siamo al lavoro da due mesi per costruire un progetto per Malnate per i prossimi cinque anni. In queste settimane stiamo parallelamente lavorando anche alla squadra che sarà un mix di persone con esperienza amministrativa e persone che hanno voglia di mettersi in gioco per il bene della nostra città».

Cinque Stelle nel nuovo firmamento di Irene?

Parole, frasi e promesse di lavoro dove però si nota un vuoto: il nome di Irene Bellifemine. Che, pure lei, non parla. Ma lavora alla sua squadra, forse, ormai, quasi certa che dovrà fare a meno del PD e chissà di quale altro esponente con il quale ha lavorato in questo mandato. Ecco, giusto per finire e aggiungere pepe a un minestrone già di per sé saporito: si dice che il sindaco, dopo aver annunciato la sua candidatura sia pronto a presentare almeno tre liste in suo sostegno. Forse quattro. La quarta, raccontano gli insider, potrebbe essere quella dei Cinque Stelle. Vero? Stiamo a vedere, perché la guerra (politica) da fredda sta diventato rovente sul fronte centrosinistra.

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