Forza Italia: «Dal governo una mancia irrisoria per Malpensa e il suo indotto»

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MALPENSA – «La crisi di Malpensa è molto più profonda e complessa di quanto le misure di ristoro messe in campo dal governo non la descrivano. Occorre un piano strategico a 360 gradi per la messa in sicurezza del nostro aeroporto». Per questo Forza Italia, attraverso la responsabile provinciale Turismo e Trasporti Milena Melato, chiede che il governo apra un tavolo istituzionale con Regione Lombardia, Provincia di Varese, i nove Comuni del Cuv, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali per pianificare interventi di salvaguardia dell’occupazione e delle imprese che gravitano attorno allo scalo.

Azioni strutturali e di sistema

«Azioni strutturali e di sistema, che vadano oltre a quella che giustamente la nostra deputata Giusy Versace ha definito una “mancia irrisoria”, riferendosi agli stanziamenti, gravemente insufficienti, che sono stati previsti nella Legge di Bilancio per il settore aeroportuale», spiega Melato, sostenendo che sono risorse che bastano unicamente a posticipare il problema di qualche mese, ma che non risolvono la crisi che si è abbattuta sul nostro aeroporto. «Gli interventi finora previsti dal governo, con i vari decreti Covid e con la recente Legge di Bilancio, sono sicuramente utili, ma soprattutto per i gestori aeroportuali e le compagnie aeree, mentre appaiono insufficienti e poco attenti a tutto l’indotto che ruota attorno agli scali aeroportuali e che sta pagando in modo pesantissimo la crisi causata dal Covid, come ad esempio le società di handling di cui si sta occupando in prima persona l’onorevole Giusy Versace, che ringraziamo per l’impegno profuso a favore di un asset fondamentale del territorio della provincia di Varese».

Il futuro di Malpensa

Secondo Forza Italia provinciale non si vedono inoltre risposte chiare sul futuro del settore. «Il governo latita sia sul fronte delle misure per incentivare la ripresa immediata del trasporto aereo, con provvedimenti restrittivi a spot che non contemplano una seria pianificazione delle modalità di ripartenza in sicurezza dei voli aerei (tamponi sistematici invece delle quarantene per chi viaggia, ad esempio), sia sul fronte delle misure di medio-lungo periodo a sostegno dell’intera filiera del trasporto aereo». Per i berlusconiani serve una strategia per immaginare soluzioni che permettano al settore di rimettersi in piedi nel momento in cui la diffusione dei vaccini allenterà la presa dell’emergenza sanitaria e consentirà un ritorno ad una nuova normalità. Le stime degli esperti e dei gestori quantificano in 3-4 anni il periodo necessario per tornare ai numeri di Malpensa prima della pandemia. «Questo significa – conclude Melato – che non bastano i ristori e il prolungamento della cassa integrazione, ma che si dovranno prevedere misure di sostegno più a lungo periodo. Defiscalizzazioni per gli operatori del settore, decontribuzioni per i lavoratori aeroportuali, la zona economica speciale e la zona logistica semplificata per l’area attorno a Malpensa, l’accelerazione degli investimenti infrastrutturali per migliorare da subito la competitività dello scalo. Il governo sta pianificando il futuro degli aeroporti o pensa solo di tamponare? Purtroppo l’esempio del piano dei vaccini e l’incertezza, per non dire confusione totale, sulla ripresa delle attività scolastiche dal 7 gennaio non confortano sul fatto che questo governo abbia la capacità di immaginare una strategia quinquennale che consenta di salvaguardare e mettere in sicurezza l’occupazione e le imprese dell’indotto ma anche di rilanciare la sfida della crescita per bruciare le tappe e accorciare i tempi del ritorno alla normalità a Malpensa».

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