Malpensa, Flai: «Contro ogni tentativo di esternalizzazione in Sea»

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MALPENSA –  «Un utilizzo spinto nell’utilizzo di società terze a cui affidare pezzi di attività che storicamente sono sempre state gestite con ottimi risultati all’ interno del perimetro aziendale». E’l’accusa che il sindacato autonomo Flai rivolge alla direzione di Sea, gestore aeroportuale di Malpensa e Linate. 

Contro le esternalizzazioni

Da anni ormai le organizzazioni sindacali si battono contro le esternalizzazioni dei servizi, non solo per le ricadute sulla forza lavoro ma anche per il livello di assistenza e il mantenimento dei livelli di qualità che hanno caratterizzato gli scali milanesi per efficacia ed efficienza. «Questa spinta ad uscire dal perimetro aziendale nella gestione di alcune attività aeroportuali – spiega Flai – ci preoccupa, rischiando di indebolire i lavoratori e l’azienda, incancrenendo un’organizzazione del lavoro gestita all’interno che da sempre dà ottimi risultati, che sicuramente dovrà e potrà essere migliorata, ma non snaturata attraverso meccanismi di cessione di intere filiere o pezzi di attività».

Il caso delle officine meccaniche

Nello specifico, il sindacato si domanda perché nelle officine meccaniche, a fronte del progressivo venir meno per pensionamento di personale adibito nell’ attività di pronto intervento e punto avanzato, non si sta procedendo con la sostituzione degli addetti. «Ci sono invece richieste ufficiose da parte dell’ Azienda di stimolare alcuni meccanici dall’interno dell’officina all’attività di pronto intervento, dove tra l’altro vi è un iter e un attestazione di inquadramento aziendale differente , andando in contrasto con una sana e possibile mobilità orizzontale e cioè un utilizzo del lavoratore con mansioni della stessa pregnanza professionale e Il tutto senza nessuna integrazione neppure parziale di lavoratori».

Prepensionamenti e assunzioni

Flai ricorda infine che le organizzazioni sindacali stanno discutendo e condividendo un percorso di prepensionamento ma con l’obiettivo di generare nuove assunzioni per le nuove generazioni di lavoratori Sea,  «certamente non per condividere una sostituzione degli stessi con processi invasivi di terziarizzazione che non appartengono alla nostra storia e a maggior ragione oggi a fronte degli effetti disastrosi sull’economia aziendale e sui lavoratori dovuti alla pandemia».

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