Mascherine-pannolino, indaga la Procura di Milano. Regione: «Tutto regolare»

MILANO – Mascherine Fippi, la Procura di Milano indaga. Prodotte a tempo di record riconvertendo la filiera dei pannolini e fornite agli ospedali nella fase più complicata della pandemia, sarebbero state rifiutate anche da intere strutture, come Busto Arsizio e il Niguarda, in quanto dispositivi «inidonei, non funzionali allo scopo protettivo e pericolosi», secondo quanto riportato nell’esposto del sindacalista di Adl Cobas Riccardo Germani da cui è partita l’inchiesta.

L’esposto di ADL Cobas

Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, la Procura di Milano ha aperto un’indagine contro ignoti in seguito a un esposto presentato da Adl Cobas Lombardia per accertare, tra l’altro, l’idoneità, i costi e l’aggiudicazione della fornitura delle mascherine prodotte dalla Fippi di Rho, un’azienda di pannolini che ha riconvertito la produzione su commissione di Regione Lombardia. L’inchiesta, nella quale sono ipotizzati i reati di truffa e frode nelle pubbliche forniture a carico di ignoti, è coordinata dai pm Mauro Clerici e Giordano Baggio. I quali avrebbero delegato i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano a compiere accertamenti relativi, per esempio, alla quantità di mascherine prodotte, alla loro idoneità e alla loro certificazione e alle modalità con cui è stata affidata la commessa. Nell’esposto si legge che «non solo alcuni singoli operatori sanitari ma addirittura alcune strutture ospedaliere destinatarie delle forniture», tra cui l’ospedale di Busto Arsizio e il Niguarda, «hanno ritenuto preferibile non fare utilizzare per nulla le mascherine ai propri operatori sanitari e/o medici» mentre ci sarebbero «milioni» di pezzi rimasti «inutilizzate».

La replica di Regione Lombardia

«Le mascherine “Fippi” sono state, per diverso tempo, le uniche autorizzate dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS) e sono state regolarmente acquistate dalla nostra Centrale acquisti solo dopo l’autorizzazione dell’ISS e in carenza di altre mascherine disponibili» il chiarimento ufficiale in una nota di Regione Lombardia trasmessa non appena si è diffusa la notizia dell’indagine contro ignoti da parte della Procura di Milano. L’assessore regionale Raffaele Cattaneo, incaricato dalla giunta regionale di seguire l’ambiziosa partita della riconversione delle aziende per la produzione di mascherine, con il coinvolgimento del Politecnico di Milano, aveva già chiarito, dopo un servizio televisivo delle Iene, la vicenda, sottolineando che alla Fippi erano già state commissionate le modifiche rispetto al modello originario di mascherina, per renderla più funzionale allo scopo.

Validate dall’ISS

«Le mascherine della Fippi sono state confezionate con un tessuto testato presso il Politecnico di Milano – le dichiarazioni che aveva rilasciato Raffaele Cattaneo in seguito alla notizia dell’esposto di ADL Cobas – tale materiale ha superato tutte le prove richieste dall’ISS, che sono le stesse previste per la certificazione con marchio CE. Inoltre, questo tessuto ha un potere filtrante alla dimensione del virus superiore a quello di molte mascherine certificate. Dunque, sono un prodotto realmente in grado di garantire una protezione a chi le indossa». Cattaneo aveva spiegato anche che «la riconversione della filiera produttiva dei pannolini è in grado di garantire produzioni giornaliere molto elevate, a differenza di quanto sarebbe avvenuto con una produzione di mascherine tradizionali. Di fronte alla necessità imposta dall’emergenza di disporre con certezza di numeri significativi di mascherine, questa modalità ha garantito di avere quantità importanti, e in tempi brevi, di mascherine. Con un effettivo potere filtrante e idonee a proteggere».

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