Masterplan Malpensa, gli spedizionieri: «Non fermate l’espansione del cargo» 

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MALPENSAAnama (Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree, affiliata a Fedespedi)  Alsea (Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori) “richiamano l’attenzione delle istituzioni locali e nazionali sulla necessità di non interrompere il processo di sviluppo dello scalo varesino, essenziale e strategico per gli scambi commerciali del nostro Paese”. In una nota congiunta le due sigle, rappresentative della maggior parte degli operatori presenti alla Cargo City di Malpensa, prendono posizione sulla decisione del ministero della Transizione Ecologica di sospendere – su richiesta di Enac – la procedura della Valutazione d’impatto ambientale del Masterplan 2035.

Il raddoppio della Cargo city

Il Masterplan 2035 prevede un raddoppio dell’attuale Cargo City con la costruzione di nuovi magazzini di prima linea (nella foto in alto) e di seconda fascia (nella foto in basso). Un obiettivo che però rischia di non concretizzarsi, mettendo in agitazione gli operatori di settore. “In questi lunghi mesi di pandemia – spiegano Anama e Alsea – gli italiani hanno compreso l’importanza dei trasporti e della logistica, che hanno garantito a tutti gli approvvigionamenti necessari. Per consentire lo sviluppo e, insieme, la sostenibilità del settore, occorre investire prima di tutto in strutture come quelle previste dal Masterplan 2035 dell’Aeroporto di Malpensa, in modo che aeroporto e polo logistico si possano sviluppare nella stessa area”.

Un polo logistico a Malpensa

In particolare il presidente di Anama, Alessandro Albertini, sottolinea che l’aereo muove il 25% del valore totale delle esportazioni italiane (pur essendo solo il 2% della quantità). “Il cargo aereo è un elemento strategico del commercio estero”, sottolinea. “Per svilupparlo non servono solo piste di decollo e atterraggio, ma anche piattaforme logistiche vicino agli aeroporti, definite di seconda linea, e queste sono proprio al centro del Masterplan 2035”.

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A cuore l’ambiente

La presidente di Alsea e vicepresidente di Fedespedi Betty Schiavone  spiega invece l’esigenza di ampliare la Cargo City: “Fin dalla sua creazione, a Malpensa non ci sono spazi e magazzini per imprese di spedizioni e di logistica con la conseguenza che il polo logistico dell’aeroporto varesino è ancora nel Comune di Segrate. Ciò comporta che per consegnare e ritirare le merci dall’aeroporto gli automezzi devono percorrere 70 chilometri – andata e ritorno – in tratti stradali tra i più battuti d’Italia, con i danni che ne conseguono sull’ambiente, sulla congestione stradale, sul rischio di incidenti con danni a persone e merci. Si insiste tanto, e giustamente, sulla sostenibilità ambientale, anche riguardo allo sviluppo di Malpensa. Se abbiamo a cuore l’ambiente, occorre consentire l’ampliamento dello scalo per le merci, ovviamente nel rispetto delle regole e del territorio circostante”.

Ampliamento di Malpensa, il ministero sospende il Masterplan 2035

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