Freno al Masterplan 2035, i sindaci di Malpensa: «Ora si ascolti il territorio»

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MALPENSA – «Il Masterplan 2035 presentava – e presenta tutt’oggi – delle criticità che sono state ribadite in più occasioni. Ben venga l’ipotesi che possa esserci un nuovo approfondimento, sperando che le nostre osservazioni vengano riprese e valutate». Parla Fabio Montagnoli, presidente di turno del Cuv e sindaco di Arsago Seprio, a seguito della sospensione della procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) per il piano industriale di sviluppo di Malpensa dei prossimi quindici anni. La richiesta è arrivata proprio da Enac dopo che 11 mesi fa aveva presentato istanza per l’avvio della Via del progetto.
Dal consumo di suolo all’allargamento verso sud della Cargo city, ma anche il fattore inquinamento – sia acustico che ambientale – e la questione viabilità, oltre alla necessità di una Valutazione Ambientale Strategica (Vas): i nove sindaci dell’intorno aeroportuale che rappresentano il Cuv tornano alla carica, rimettendo in chiaro la loro posizione. Anche se la situazione non sembra preoccupare i vertici aeroportuali di fronte a quello che è un approfondimento voluto dal ministero per integrare i documenti necessari per la redazione della Via.

Ok lo sviluppo, ma a tutela del territorio

Intanto il Cuv prende atto della sospensione e incrocia le dita perché «ulteriori analisi siano fatte in maniera corretta e approfondite il più possibile», spiega Montagnoli. Un modo per ribadire che «noi non siamo a prescindere contrari allo sviluppo dell’aeroporto, ma ovviamente deve essere compatibile con le esigenze del territorio». Sia economico, che a tutela della salute dei cittadini. Sul tavolo le osservazioni che da sempre contraddistinguono la posizione dei nove sindaci. «Noi continuiamo a sostenere che sia utile sfruttare le strutture presenti: alcune sono vuote, quindi non serve crearne di nuove e lasciare le altre in stato di abbandono: sarebbero delle cattedrali nel deserto», ricorda l’attuale presidente. Al centro, anche la questione viabilità: «È importante non dimenticare di mettere mano alla rete stradale, che ha grossi problemi». L’obiettivo è evitare «il passaggio nei centri abitati, investendo su un sistema che possa spostare il flusso dei mezzi in direzione dell’aeroporto». In questo senso, in cima alle priorità c’è il sogno sospeso della tangenziale di Somma Lombardo e Arsago. Resta prioritario anche il contenimento dell’espansione a sud della Cargo city, sempre con lo scopo di preservare le aree che più ne sarebbero colpite. Su tutte, la brughiera lonatese del Gaggio. In questo senso, occorrerebbe valutare localizzazioni alternative o all’interno del sedime aeroportuale. Chiude il fattore inquinamento acustico: «È fondamentale concentrarsi su soluzioni nuove, a partire da aeromobili di ultima generazione che riducano i disagi dei rumori».

A Malpensa come a Linate

Lo stop al ministero non sembra però preoccupare i vertici aeroportuali che lo considerano un freno tale da non pregiudicare il percorso del progetto Masterplan. La sospensione è dovuta alla necessità di un approfondimento di alcuni punti utili al Via, che implica tempo per la realizzazione dei documenti da parte del gestore aeroportuale. Oltre che per la sua valutazione, con l’obiettivo di stabilire la conformità o meno del piano. Resta forte la consapevolezza di aver coinvolto da subito il territorio, nel rispetto dell’ambiente. E quindi c’è tranquillità sul fatto che l’iter riprenderà il suo corso una volta effettuati gli approfondimenti. Anche a fronte di quanto già successo a Linate, quando due anni fa le cose presero una piega molto simile: stessa sospensione e stessa richiesta di integrazione dei documenti per il Masterplan. E la programmazione fu poi approvata.

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