Il viceministro Bellanova (Iv): «A Malpensa serve un Piano d’area»

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MALPENSA – «Parlo a nome di Italia Viva: serve un Piano d’area per Malpensa». Sono le parole di Teresa Bellanova, viceministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili. Un intervento, quello di oggi 12 maggio, durante un incontro organizzato da Aime (Associazione imprenditori europei) per discutere il futuro della provincia di Varese. Al centro, i temi principali per determinare lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture. E non solo da un punto di vista ambientale, ma anche – e soprattutto – sociale ed economico grazie a «risorse disponibili per gli investimenti». Dal grande patrimonio manifatturiero di cui dispone il territorio, al valore della sostenibilità. Con un occhio di riguardo per Malpensa e la sua ripresa dalla crisi nera dell’emergenza sanitaria. Presenti all’incontro anche l’onorevole Maria Chiara Gadda (Iv), che ha parlato del finanziamento da 550 milioni per il potenziamento della linea ferroviaria Rho-Gallaratee il presidente di Aime, Giuseppe Albertini.

La situazione di Malpensa

«Non possiamo prescindere dalla necessità di un Piano d’area, che ragioni sulle infrastrutture e sul servizio dell’aeroporto», ha spiegato il viceministro. «E che sia in grado di mettere al centro il rapporto con il territorio, per valorizzare lo sviluppo delle attività all’interno del sedime senza penalizzare i Comuni circostanti». Si sa, l’ultimo anno per Malpensa – e non solo – è stato particolarmente difficile, «salvata dalla debacle grazie al settore cargo». Infatti, a fronte del crollo del traffico passeggeri (che supera il 73% nel 2020 e va oltre l’86% nei primi tre mesi del 2021), il trasporto merci ha visto un «calo più contenuto», di circa il 7% lo scorso anno. Mentre in questi primi mesi del 2021 è risalito del 31% rispetto al 2019, «anche grazie alla nuova infrastruttura Dhl». Una serie di dati per confermare che «l’assetto degli aeroporti milanesi, durante la pandemia, è variato in base alle esigenze e alla razionalizzazione delle infrastrutture». Ma anche per dire che «dobbiamo continuare in questa direzione e rafforzare Malpensa, visto che è un punto nevralgico non solo per Varese». Ecco perché «stiamo lavorando al progetto di adeguamento dell’area cargo contenuto nel Masterplan, attualmente all’esame del Ministero dell’ambiente per valutarne l’impatto».

I fondi per le infrastrutture

Sostenibilità, quindi, che per Bellanova si fonda su tre fattori inscindibili: ambientale, sociale ed economico. Ma anche «programmazione strategica» per effettuare investimenti utili alle infrastrutture. Nel Pnrr (Piano nazionale di resistenza e resilienza) ci sono a disposizione «62 miliardi di euro per le infrastrutture, per la mobilità e per la logistica». Si parla di «14 miliardi in più rispetto al governo Conte, con un ruolo centrale da parte del Ministero». Sì, perché «si aggiungono 47miliardi di euro di infrastrutture utili per il Paese, con 41 miliardi di progetti finanziati tramite le risorse europee del Recovery Fund. Più quelle del React-Eu, 313 milioni euro, e altri 21 miliardi, in parte dal fondo complementare e in parte dallo scostamento di bilancio». Dunque, si punta non solo su risorse europee ma anche nazionali «per perseguire gli obiettivi». In questo senso, si parla delle opere «che non si riesce a completare entro il 2026, vincolo stabilito per le risorse del Recovery». Infatti, ci sono opere che non rientrano nel Pnrr «che sono comunque fondamentali. E sono quelle che andiamo a finanziare».

Varese e l’opera produttiva

Nel quadro degli investimenti si inserisce anche Varese, già «all’interno di un tessuto di relazioni internazionali». Non solo da un punto di vista geografico, visto che è situata in un triangolo che la collega con Svizzera, Piemonte e Milano. Ma anche come un «insieme di competenze e qualità professionali». E ha aggiunto: «Bisogna investire e rafforzare la capacità di essere una delle più grandi manifatture del mondo». Ecco perché parte dell’impegno infrastrutturale, anche con il Pnrr, ha l’obiettivo di «connettere nel modo giusto la sfida del tessuto produttivo con quello che si attiene al turismo».

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