Mehmed, morto a 2 anni per le botte. Per la Corte d’Appello di Milano non fu omicidio

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MILANO – La Corte D’Appello di Milano ha annullato ieri, mercoledì 9 marzo, la condanna in primo grado all’ergastolo Alija Hrustic, 26 enne croato, a processo per la morte del figlio Mehmed, di due anni e cinque mesi, trovato cadavere nell’appartamento dei genitori a Milano, nel 2019, derubricando le accuse a maltrattamenti pluriaggravati anche dalla morte.

Sparisce l’ergastolo

Hanno altresì cassato le aggravanti della tortura, che per la prima volte erano state contestate in un caso di maltrattamenti in famiglia, e quelle relative alle violenze nei confronti della moglie “perché il fatto non sussiste”. Secondo i giudici il bambino è sì morto a causa delle percosse che gli sono state inflitte dal padre, ma questi non avrebbe volontariamente deciso di ucciderlo. Da qui la diminuzione della pena dall’ergastolo a 28 anni.

Pugni, morsi e bruciature

Secondo quanto emerso dall’autopsia sul corpo del piccolo, al bambino sarebbero stati sferrati decine di pugni, inferti morsi, bruciature di sigarette e ustioni con l’accendino sotto le piante dei piedi e delle mani. Secondo la difesa però, queste ultime sarebbero state causate da una piastra lasciata accesa a terra, su cui il piccolo sarebbe finito forse per sventura. Le motivazioni saranno rese note in quaranta giorni. Ora la Procura può vagliare il ricorso in Cassazione.

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