Mensa dei poveri, Orrigoni: «Per Tigros a Gallarate non serviva variante al Pgt»

Gli avvocati di Tigros e Paolo Orrigoni Francesco D’Alessandro e Federico Consulich

GALLARATE – Processo Mensa dei poveri: è il giorno delle difese di Paolo Orrigoni e Tigros. Un contrattacco basato su due testimonianze: quella di Marco Facchinetti, urbanista che lavora come ricercatore in ambito di pianificazione al Politecnico di Milano, e quella di Letizia Moretti, architetto di Tigros.

Nessuna variante, nessuna tangente

Il punto è ormai chiarissimo: a Orrigoni si contesta di aver proposto il pagamento di una mazzetta da 50mila euro a Nino Caianiello, l’ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese arrestato nel maggio 2019 e che ha già patteggiato a 4 anni e 10 mesi, per realizzare un nuovo supermercato Tigros (di cui l’imputato è ex patron) sull’area di via Cadore a Gallarate di proprietà dell’imprenditore gallaratese Pier Tonetti. Di mezzo ci sarebbe una variante al Pgt necessaria, per l’accusa, affinché il progetto andasse in porto. Ad accusare Orrigoni ci sono Tonetti, Alberto Bilardo, uomo di Caianiello che curò l’iter per la variante in questione, e Caianiello stesso.

Area già commerciale

Nell’udienza di oggi, lunedì 16 gennaio, è stato Facchinetti a segnare più di un punto. La tesi difensiva è chiara: non serviva una variante al Pgt per realizzare quel supermercato, dunque perché Orrigoni avrebbe dovuto rendersi disponibile a versare una mazzetta del tutto inutile? E la testimonianza è stata estremamente precisa: «Da quel che ho potuto vedere non è stata mai cambiata la destinazione d’uso dal 2011. Era commerciale e commerciale è rimasta. L’unica differenza tra il 2011 e il 2015 è che la superficie per la media struttura di vendita è passata da 1000 mq a 2500 nel 2015, confermati nel 2019», ha spiegato il consulente aggiungendo che «tra il 2011 e il 2015 è cambiata, invece, la parte attuativa e le relative opere pubbliche da eseguire. Anche la divisione in due subambiti avviene dopo il 2015 con il relativo cambiamento delle funzioni. Viene tolta la funzione residenziale e rimane solo quella commerciale ma su questa parte vengono spostati tutti gli adempimenti, dalla viabilità allo studio del traffico».

Chi ci ha guadagnato davvero?

I difensori Francesco D’Alessandro e Federico Consulich intendono così dimostrare non solo che da parte di Orrigoni non vi era alcuna necessità di pagare per realizzare quanto si era prefissato, ma anche che chi avrebbe beneficiato del risultato ottenuto sarebbe stato in realtà Tonetti riuscendo a liberarsi degli aggravi urbanistici tutti a carico di Tigros. Il consulente ha anche smentito quanto dichiarato dal tecnico di Gallarate Massimo Sandoni. Per Facchinetti il documento di piano, indicato come scaduto da Sandoni, sarebbe invece tuttora vigente.

Normale prassi

Moretti ha invece riferito sugli incontri avvenuti con i tecnici comunali in relazione al progetto preliminare per la realizzazione del supermercato. L’accusa contesta infatti quale anomalia il fatto che a questi incontri ci fosse Tigros, che non aveva ancora comprato l’area, ma non Tonetti che ne era il proprietario. L’architetto ha spiegato che è prassi discutere di un preliminare prima di acquistare un’area per verificare se su quell’area la realizzazione sia davvero fattibile. Ha anche riferito che durante quegli incontri nessuno si stupì della presenza di Tigros e nessuna mai parlò di documenti di piano scaduti.

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