Varese, il ministro Valditara: «Una scuola del merito. Di qualità e vicina al lavoro»

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VARESEMentre all’esterno scoppiava la contestazione il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha raccontato la sua idea di scuola al pubblico intervenuto nel Salone Estense nella serata di lunedì 27 maggio. L’occasione per presentare il suo ultimo libro, “La scuola dei talenti”, ma anche per riflettere su altri temi d’attualità.

La scuola dei talenti

Argomenti che il ministro ha affrontato al suo arrivo dialogando con i cronisti (nel video qui sotto l’intervista integrale) e poi durante la serata che si è svolta con una sorta di tavola rotonda allargata. Al suo fianco al tavolo il segretario cittadino della Lega Marco Bordonaro. In apertura il tema al centro del libro. «I talenti rappresentano le abilità, le potenzialità di ogni giovane e la scuola dei talenti è la scuola del merito, che non è un concetto aristocratico ed elitario. Ma è dare il meglio di ciò che ciascuno ha dentro di sé attraverso l’impegno». Sugli studenti stranieri ha poi detto che vanno inclusi seriamente. «I dati Invalsi sono preoccupanti: in una stessa classe uno studente italiano è più avanti di un anno rispetto a uno studente straniero. Questo non è più accettabile: da qui l’idea di formare insegnanti che insegnano italiano in modo potenziato agli studenti stranieri».


Più qualità che quantità

Poi il tema del compenso degli insegnanti. «È stato fatto un rinnovo contrattuale poche settimane dopo che io prendessi servizio. Poi abbiamo stanziato circa 3 miliardi di euro nella legge di bilancio perché nel 2024 si possa chiudere un nuovo contratto con circa 160 euro di aumento al mese ai docenti italiani: sono quasi 300 euro in 2 anni». Quindi il disagio giovanile da contrastare, «con una formazione sempre più personalizzata per far sì che la scuola possa entusiasmare e possa essere il luogo della serenità e dell’empatia». Infine il ruolo della scuola come trampolino per il lavoro e per combattere il mismatch tra domanda e offerta. «Bisogna dare centralità all’istruzione tecnica e professionale, come collegamento al mondo dell’impresa. Ogni anno un milione di posti di lavoro non viene coperto per mancanza di qualifiche corrispondenti. Dobbiamo dare qualità alla nostra scuola, c’è tanta quantità ma dobbiamo puntare sulla qualità».

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