Monta il caso della gestione del campo del Busto 81. E la Pro Patria si fa avanti

BUSTO ARSIZIO – In città non si parla d’altro. Il caso del Busto 81, società promossa in D che ha deciso di cedere il titolo al Varese (benché ci fossero altre due opzioni), continua a tenere banco a Busto, dove la piazza non ha gradito la scelta di patron Galli, manifestando tutta la propria contrarietà in uno striscione affisso davanti all’impianto di via Valle Olona. Tutto finito? Macché.

Il bando…lo della politica

Che la questione stia diventando sempre più politica lo si capisce giorno dopo giorno, per via anche del silenzio assordante e complice di Palazzo Gilardoni, dove il sindaco Emanuele Antonelli (che, non più tardi di qualche mese fa, aveva chiesto alla Pro Patria di concedere lo “Speroni” al Busto 81 per le gare di serie D) e l’assessore allo Sport Laura Rogora stanno pensando a un bando per prendere tempo (ma il tempo non c’è: e la presidentessa Patrizia Testa, scesa… in campo, vuole chiudere in fretta la questione) ed evitare altri imbarazzi.

A Busto, la cessione dei diritti di serie D al Varese, viene vista come l‘ennesimo inchino di una città – la quinta per abitanti della Lombardia – nei confronti del capoluogo. Capo chinato più per questioni politiche che per logiche sportive. Non è forse un caso, infatti, che tutti i nodi del trasloco calcistico si siano sciolti come d’incanto dopo l’incontro tra il sindaco Emanuele Antonelli e il segretario provinciale della Lega Matteo Bianchi. Tanto che ha in città c’è chi ferma la palla e dice: “Basta con questa sudditanza che traspare anche sulla scena politica dove Busto non è mai meritevole di avere senatori o deputati nella stanza dei bottoni del parlamento italiano”.

Onta biancoblù

Di fronte ad un simile affronto sportivo e cittadino – che nel clima da campagna elettorale che tira potrebbe anche essere un boomerang per qualcuno – i tifosi biancoblù, mossi da un moto d’orgogliochiedono a gran voce che il campo di via Valle Olona, intitolato ad una leggenda tigrotta del calibro di “Carletto Reguzzoni“, venga assegnato alle giovanili della Pro, costrette da anni a peregrinare da Turbigo a Magnago passando per la Valle Olona alla ricerca di un campo da gioco. Un’onta per una società centenaria come la Pro Patria, per una città di quasi centomila abitanti e per un’imprenditoria ormai abituata a subire, senza più quell’unicità e quella fierezza di chi ha fatto la Vecchia Manchester d’Italia.

Il colpo di scena?

Ma il colpo di scena, che potrebbe generare nuovi frizioni e nuove tensioni, potrebbe arrivare ancora da via Valle Olona, dove alcuni dirigenti starebbero – il condizionale è d’obbligo – pensando alla creazione di una nuova società, con una nuova matricola, per conservare la gestione dell’impianto, dove negli ultimi anni erano stati affrontati interventi di miglioria. L’amministrazione, che si era sovente appoggiata al Busto 81 di Gorrasi per manifestazioni varie, non può farsi un altro clamoroso autogol, anche perché la tifoseria tigrotta – già convinta che la nuova società possa essere un avamposto biancorosso in territorio bustocco – inizierebbe davvero a pensare male (anzi ha già iniziato). E a pensare male, spesso ci si azzecca. Ma stavolta la politica bustocca sta giocando con una palla piena di spine.

campo Valle Olona Busto Pro Patria – MALPENSA 24