Nasce Movimento Lega per il Nord. C’è Leoni: fuoco amichevole su Salvini

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Giuseppe Leoni e Umberto Bossi, la Lega nacque grazie a loro

di Massimo Lodi

Anche da Varese si apre il fuoco amichevole su Salvini. Un leghista storico, Giuseppe Leoni, aderisce, propagandolo persuasivamente, al convegno fondativo del “Movimento Lega per il Nord” che si terrà in clima dissenziente domenica ventura a Chivasso. Luogo simbolo del federalismo: qui ne fu scritta la storica Carta il 19 dicembre del ‘43. Tempi drammatici, idee conflittuali, voglia di libertà e indipendenza. Le popolazioni alpine aspiravano all’autonomia, idea che poi si diffuse dopo la guerra, a Repubblica inoltrata, quando la Prima scricchiolava e la Seconda si annunciava alle porte.

Fu Bossi, affiancato da Leoni Maroni e un drappello di temerari, a dar corpo all’idea divenuta matura con l’irrompere di Tangentopoli e lo sfascio dei partiti, eccetto il Pci, sin lì padroni della vita politica. Fu Bossi a esordire in Parlamento con Leoni, l’uno al Senato e l’altro alla Camera. Fu Bossi a conquistare alla causa un giovanissimo Salvini che, trascorsi molti anni, imboccò una strada diversa. Fu Bossi a muovere dubbi sulla scelta del neo segretario. Ora è Leoni, assieme ad alcuni reduci di quel lontano spirito particolaristico e ad alcuni scontenti del nuovo corso, a scendere materialmente in campo. A metterci la faccia. A far intendere che la Chivasso del 15 ottobre aspira ad essere una Pontida/una Lega bis, tanto da immaginare come simbolo -legge permettendo- il memorabile Alberto da Giussano.

Aspettativa forse (sicuramente?) esagerata, e però spia d’un malessere che circola nel leghismo. La virata a destra, il continuo sorpasso-controsorpasso con la Meloni, le intese europee coi francesi della Le Pen e i tedeschi di Alternative für Deutschland, l’accentuazione della vena sovranista in chiave europee 2024 destano perplessità. E specialmente timore. Il seguente timore: che alla fine sia la Meloni a giovarsi della competizione su un tale terreno, essendo lei l’originale e Salvini la copia.

Lo scopo inconfessato/probabile del “Movimento Lega per il Nord” -animatore principale è Matteo Brigandì, presente dal ’94 con ruoli vari e fortune alterne nella vita del Carroccio- non è probabilmente di creare vera concorrenza al Capitano; ma realisticamente d’indurlo con una scossa virtuosa al cambiamento. Magari riuscendo ad ottenere in fretta l’autonomia differenziata, tema sul quale la premier tende a svicolare, abbinandone la realizzazione al presidenzialismo di cui tanto parla, ma in cui è la prima (forse) a non credere. Almeno durante questa legislatura. Almeno in questo frangente economico/internazionale. Almeno con questa Lega, un partner-rivale da tenere a cautelativa distanza. Perché fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Da Chivasso verrà il suggerimento/l’esortazione a un Po di realismo: tramite affetto e non acrimonia, garantisce Leoni, sognatore romantico, ma non utopistico. Gli piace volare sul suo aereo, non gli piace atterrare su piste d’altrui disegno.

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