Nel libro di Renzo Magosso leggende e scomode verità su Frank Sinatra

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di Angela Bruno

MILANO – Nel giornalismo e nella letteratura pop, su Frank Sinatra sono state scritte migliaia di pagine. Certamente era simpatico, seducente, brillante. Nell’immaginario collettivo un mito. Ma dietro la sua voce unica si è dipanata una vita complessa con legami mai davvero chiariti con la malavita. Ora su quello che è rimasto un vero e proprio mistero si è addentrato Renzo Magosso nel libro “Frank Sinatra. Una vita da Boss” (191 pp, 18 euro) edito da Book Time. E forse la verità sull’esistenza di ‘The Voice’ è stata per la prima volta disvelata nei suoi intrecci non proprio commendevoli in un mix di immagine contrapposta alla realtà.

Prima di tutto due parole sull’autore: è stato inviato speciale del Corriere della Sera, ed è autore di moltissime inchieste e reportage da tutto il mondo in gran parte sui fronti di guerra, esperto di terrorismo e docente universitario di Criminologia. Magosso, come si comprende, non usa parlare per sentito dire. La sua è stata una ricerca sul campo e tutto è documentato, come è la regola di uno storico. E così emerge un Frank Sinatra molto diverso dal conosciuto. Aveva un timpano fuori uso pur essendo considerato uno fra gli orecchi musicali migliori del Novecento, mamma Dolly gli ha aperto la strada grazie ai rapporti con la criminalità, all’inizio della carriera di cantante si faceva spalleggiare da un gangster.

Ma questo non è nulla. Lo scrittore, fiuto e suole da cronista, ha letto le carte, rimaste segrete per oltre 50 anni, della Commissione Kefauver che ha indagato sui crimini della mafia italo-americana. Ed escono particolari che possono consentire di dare nuova luce ad alcuni misteri della politica, e non solo, statunitense. Dal rapporto con il clan Kennedy e il partito Democratico e al sottobosco che ne conseguiva, a quelli con il boss Sam Giancana, alla vita e alla tragica morte di Marilyn Monroe. Fino alle promesse disattese da John e Bob Kennedy – e qui si apre un capitolo nel capitolo sulla loro morte – e al passaggio alla sponda dei Repubblicani con tanto di pubblica entusiastica dichiarazione nei suoi confronti da parte di qualcuno che si chiamava Ronald Reagan. Fino al termine di una vita vissuta sempre a modo suo, parafrasando la sua canzone più celebre. Il tutto scritto in maniera piana, con una struttura e un ritmo incalzante. Il che rende ancora più gradevole la lettura.

magosso frank sinatra – MALPENSA24