Presentati gli allenatori della OJM: “l’attacco sarà sempre il nostro marchio”

OJM Varese Bialaszewski Legovich

VARESE – Si apre una nuova pagina alla Openjobmetis. Sono stati presentati alla stampa i due nuovi coach, Tom Bialaszewski e Marco Legovich, che avranno il non facile compito di sostituire due allenatori come Matt Brase e Paolo Galbiati che avevano conquistato il cuore dei tifosi biancorossi. Anno nuovo, marchio di fabbrica vecchio a Varese. Il nuovo corso tecnico in realtà non cambierà di una virgola il benchmark, che sarà quello già conosciuto nella passata stagione, tutto corsa, velocità e attacco.

Tom Bialaszewski

Il ritorno nel basket italiano

Sono molto contento ed eccitato di essere qui con la mia famiglia. Mia moglie e i miei figli mi raggiungeranno tra poco, vogliamo imparare l’italiano, datemi un po’ di tempo, ci riusciremo. Ho passato due anni a Milano, sono entusiasta di essere arrivato a Varese e non vedo l’ora di incominciare a lavorare in palestra. Fuori dal campo vivo per la mia famiglia.

Lo stile di gioco

Varese avrà sempre il modo di giocare che avete visto l’anno scorso. In questo senso ci sono indicazioni molto forti da parte della società. Mi ci ritrovo, la mia filosofia è avere questo tipo di atteggiamento in campo, fatto di corsa, velocità e scelta tiri rapidi.

L’esperienza con Ettore Messina

Non può bastare una conferenza stampa per raccontare l’importanza che Ettore ha avuto per me, sia dal punto di vista tecnico che culturale. Mi ha insegnato ad avere una grossa attenzione ai dettagli, ma non fini a sé stessi, quanto finalizzati all’obiettivo da raggiungere.

La differenza tra basket Fiba e Usa

Ci sono tante cose da capire e tante sottili differenze. A Milano ho passato le prime quattro settimane a fare tantissime domande. In squadra abbiamo 3 giocatori americani che arrivano per la prima volta in Europa. Con loro il nostro approccio non sarà puntualizzare queste differenze, ma vogliamo che se ne rendano conto da soli e che siano loro a farci tante domande. Uno spunto sarà guardare i giocatori europei che hanno cambiato le sorti delle squadre Nba e prenderne ispirazione.

Il roster

Sono molto contento del roster, il management ha fatto un grande lavoro per prendere giocatori adatti alla filosofia di gioco. Naturalmente poi bisognerà vederli in campo. Moretti l’ho avuto a Milano, anche se la sua esperienza qui a Varese sarà completamente diversa.

Il rapporto con Luis Scola

Luis lo conosco da quando ha giocato a Milano e ci conoscevamo ai tempi della Nba. Siamo rimasti in contatto anche dopo: è un’ottima persona, come me è aperta al dialogo. La trattativa? In realtà è stata velocissima, mi sono bastati un paio di giorni per decidere. Credo che per mia non ci sia posto migliore di Varese per allenare.

Gli obiettivi stagionali

In realtà non c’è un obiettivo stagionale. Gli obiettivi che ci siamo dati e la nostra sfida sarà migliorare tutti i giorni e in ogni partita. Potrei dire che vorremmo vincerle tutte, ma non è realistico, comunque ci proveremo. Lunedì incominceremo gli allenamenti, ma posso già dire che il preliminare di BCL non è il nostro obiettivo stagionale, sarà solo una tappa di avvicinamento. Ci testeremo con le partite amichevoli, che qui in Italia sono meno importanti che negli Usa, ma saranno uno strumento per fare le prime valutazioni e per vedere a che punto siamo.

La prima esperienza da head coach

E’ una cosa a cui ho aspirato tutta la vita. Con Ettore Messina ho avuto la possibilità di prendere tante decisioni e di guidare la squadra quando lui non era disponibile. Avere Marco Legovich al mio fianco mi aiuterà. La mia filosofia? Ho già parlato con tutti i giocatori. Mi piace creare con loro una partnership, insieme dobbiamo dare il massimo possibile per il club, magari qualche ragazzo aveva opportunità anche superiori, ma adesso siamo qui e insieme dobbiamo dimostrare in campo che abbiamo fatto la scelta giusta.

Willie Cauley-Stein

Willie non lo conoscevo personalmente. Ho parlato con lui prima che firmasse per Varese, gli ho spiegato la differenza di gioco tra Nba e Italia e le differenze nello stile di vita. Mi ha subito espresso un grande interesse in particolar modo sulle motivazioni nello stile di vita, questo è uno dei motivi per cui ha scelto Varese. In campo non ci sono molti giocatori come lui in Italia e in Europa, avrà sicuramente un grande impatto. Le motivazioni? Vi posso assicurare che ne ha tantissime.

Marco Legovich

La prima volta fuori da Trieste

Sono molto felice essere qui, essere a Varese e essere d’aiuto al coach. Per la prima volta esco dalla mia città. A Varese ho trovato un ambiente innovativo e pieno di competenze. Ringrazio Tom e la società per avermi scelto e siamo pronti a incominciare. Sono una persona a cui il basket piace tanto al di là del discorso lavorativo, sono fidanzato, mi piace fare sport e conoscere posti nuovi come Varese, che visiterò a lungo.

Il ruolo da assistente dopo un anno da head coach

Non è mai stato un discorso di ruolo. Ho chiuso la pagina dell’anno scorso. Varese ha una caratura nazionale e internazionale, ho scoperto di avere una buona connessione con il coach e voglio essere un buon compagno di viaggio. Veniamo da due background diversi, la sfida più bella sarà aprire la mente. Per me è stata una scelta facile, qui c’è una società che vuole giocare a basket in modo nuovo.

La Pallacanestro Varese da avversario

Quando preparavamo le partite contro Varese ci veniva facile dire di abbassare i ritmi, ma poi in realtà sul campo era difficilissimo. Mi ricordo soprattutto la partita d’andata a Masnago, contro una squadra di creava e subiva grandi break.

La prima volta in Europa

In realtà è Varese a essere stimolante. Voglio imparare e rubare tutto da una struttura innovativa come quella della Openjobmetis e da tante culture cestistiche diverse. La coppa europea sarà una parte della stagione, la ciliegina sulla torta. Pronostici? Il preliminare di BCL si giocherà con una partita secca e potrà succedere di tutto, poi nel nostro girone così come nell’altro di sono avversarie di alto livello. Dovremo programmare la scalata verso gli appuntamenti.

La giovane età

In realtà ho 30 anni, sono giovane, ma in Italia si è considerati ancora più giovani. La cosa più importante che ho imparato in questi anni è non usare i giocatori, ma avere con loro un rapporto quotidiano per creare una situazione win win e spingerci a vicenda verso l’obiettivo comune.

Paolo Galbiati

Con Paolo ci siamo sentiti prima della mia firma. Mi ha parlato in termini entusiastici di Varese, qui ha fatto un lavoro di qualità eccellente. Adesso giriamo pagina, da parte assicuro una grande motivazione.

I ruoli nel coaching staff

Tom e io ci siamo appena incontrati. Faremo una full immersion per prepararci al primo allenamento di lunedì. Il mio ruolo? Metterò a disposizione la mia conoscenza di tutto il sistema e mi occuperò in particolar modo dell’impatto difensivo nelle scelte che andremo a fare e per crearci dei pilastri a cui aggrapparci. Non vogliamo adeguarci alle caratteristiche degli avversari, non vogliamo senza snaturalizzarci ogni volta. Con Tom abbiamo condiviso fin da subito i compiti, poi sono certo che costruiremo con tutti gli allenatori (Mandole, Corengia e Bianchi) un bello e affiatato coaching staff.

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