Olgiate, l’Inps si accorge dopo 10 mesi di avere un problema con la Carta disabili

OLGIATE OLONA – Il nome, rigorosamente in inglese, fa subito pensare a un servizio senza sbavature. In realtà dell’efficienza nordica evocata dall’anglicismo c’è ben poco. Il percorso burocratico ad ostacoli, infatti, anche se rigorosamente Made in Italy, è più simile a un paese del terzo mondo. E così accade che per il processo di attivazione della disability card, ovvero la Carta europea della disabilità, occorre attendere 10 mesi. Ma non per averla, bensì per ricevere la segnalazione che si sono verificati problemi nella richiesta avviata. Una storia di burocrazia che fa ben capire come, nell’anno di grazia 2022, le barriere che deve superare un disabile (e i suoi famigliari) non sono solo architettoniche. Ma andiamo con ordine.

Dieci mesi per una risposta

La richiesta di poter avere la disability card è stata avviata per via telematica il 22 febbraio 2022. «Ho seguito la procedura sul sito dell’Inps – spiega Andrea Gambini, genitore che ha tentato di ottenere, senza riuscirci ancora, la Carta – Ma dopo pochi passi il sistema si bloccava e non riuscivo più ad andare avanti». Non solo. «Dopo alcune settimane ho avuto l’indicazione di creare lo Spid per minori, necessario all’attivazione. Ho girato ben tre uffici postali, ma nessuno addetto di Poste Italiane è riuscito a generare l’identità digitale di mio figlio. A quel punto ho desistito in attesa di ulteriori delucidazioni».

Come una lotteria: ritenta e sarai più fortunato

Che, non certo puntualmente, sono arrivate. Proprio qualche giorno prima di Natale. Il 20 dicembre scorso, dieci mesi dopo l’avvio della pratica, Inps ha mandato una mail in cui si legge (in sintesi): “Abbiamo rilevato che in data 22 febbraio 2022 ha eseguito un tentativo di attivazione che per alcune difficoltà tecniche non è andato a buon fine. Qualora fosse ancora interessato la invitiamo a riprovare”.

«Quasi un anno per accorgersi del problema mi sembra un lasso di tempo eccessivo – dice Gambini – anche perché stiamo parlando di una carta che Inps potrebbe inviare anche senza una richiesta specifica ai soggetti disabili e ai famigliari in quanto, per questioni previdenziali, sono a conoscenza di chi ha disabilità». Ma il punto non è solo questo.

Non solo barriere architettoniche

La tessera in questione permette l’identificazione dei soggetti con disabilità e l’accesso a una serie di servizi. Ed è stata pensata (così si legge nel sito Inps) “in un contesto di reciprocità con gli altri Paesi dell’Unione europea. Lo scopo è quello di contribuire alla piena inclusione delle persone con disabilità nella vita sociale delle comunità”. Un fine di altissimo profilo sociale, oltre che sul piano della garanzia dei diritti di chi deve convivere con le proprie fragilità. Ma che si infrange sullo scoglio delle barriere, in questo caso non architettoniche, bensì burocratiche. «Non voglio farne una questione personale – conclude Gambini – Ogni volta però mi metto nei panni dei tanti genitori che si trovano costretti a desistere nell’ottenere quanto di diritto gli spetta o devono penare tempi lunghissimi e incassare risposte evasive per avere servizi che, con un po’ di efficienza, potrebbero avere in poco tempo».