Olgiate, un tris per il dopo Montano: Maccabei, Richiusa o l’underdog Puddu

Da sinistra: Maccabei, Richiusa e Puddu

OLGIATE OLONAPaolo Maccabei-Leonardo Richiusa. Ma tra i due “litiganti” (che negheranno fino alla morte di esserlo) il terzo potrebbe godere, cioè l’underdog Nicola Puddu. In paese c’è chi ha già iniziato la campagna elettorale (Olgiate Insieme), chi ha abbandonato la barca prima che questa entrasse in porto e si è messo a fiutare l’aria che tirerà. E, infine, chi è rimasto su quell’imbarcazione (Paese da Vivere) e sta pensando di prendere il timone che, per forza di cose, Gianni Montano dovrà cedere. A Olgiate tra un anno si vota e i giochi sono tutt’altro che chiusi. Anzi, in gran parte, sono ancora da fare. In campo ci sono diversi protagonisti che hanno l’ambizione di vivere una partita elettorale da top player. Ma…

Paese da vivere: chi c’è c’è. Fino alla fine?

Lo stillicidio di fuoriusciti dalla maggioranza dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere finito. Insomma, chi è fuori è fuori e chi è dentro non è detto che sia felice di essere rimasto, ma non dovrebbe più muoversi. Incastrato forse dal troppo sfogliare petali di margherita per prendere una decisione.

Quelli fuori. Sotto osservazione, è chiaro, ci sono gli ultimissimi transfughi: ovvero l’ex assessore Mauro Carnelosso e Giorgia Cantù, che fino a poche settimane fa è stata la “pasionaria” e il “megafono” del sindaco Montano e di Paese da Vivere prima di rompere ponti e rapporti e dire addio alla compagnia. Quale partita giocheranno i due, ammesso che la giocheranno, non è dato sapere. Al momento ci sono solo ipotesi. E qualche abboccamento con il fronte opposto a quello governativo. Ma da lì a dire che sfideranno il passato ce ne passa.

Chi il prossimo candidato di Paese da vivere?

Nei corridoi di Villa Gonzaga si parla di una competizione interna a tre. Certo non sarà una “Sfida all’Ok Corral”, ma nessuno può negare le ambizioni personali. Di Paolo Maccabei, ad esempio. Il vicesindaco, fino a pochi mesi fa, era il più papabile a raccogliere il testimone dal sindaco Montano. Anche perché tra i due i rapporti in questi anni sono stati solidi. Anzi, in alcuni momenti del doppio mandato del dottore, c’è chi parla di “rapporti quasi esclusivi” tra il sindaco e il suo vice.

La classe operaia (non) va in paradiso

Altro biglia che gira nella roulette delle candidature è quella che porta il nome di Leonardo Richiusa. Gran mediano della squadra Paese da Vivere, uomo che ha sacrificato e faticato molto (nel giro del Pd non manca chi glielo fa notare) per tenere insieme la squadra, e che ha incassato e ingoiato più di un bicchierino di fiele pur di non veder naufragare un’amministrazione che lui stesso ha contribuito a formare, andando in mutuo soccorso a Montano nella grande crisi del primo mandato. Sindaco che però, sempre secondo indiscrezioni che arrivano da sinistra, non sempre ha ripagato lo scudiero con la moneta della fiducia. Tanto che un nyet sulla sua candidatura potrebbe sfociare in una rottura con l’ala dem di Paese da Vivere.

L’underdog

Verba volant, scripta manent. Forse per fedeltà all’antico proverbio, Nicola Puddu in questa sua prima esperienza amministrativa verrà ricordato più per una nota scritta e diramata alla stampa (ma solo a quella strettamente selezionata e gradita ai vertici di Villa Gonzaga) che per gli interventi “orali” in consiglio. Eppure il consigliere esordiente gode di grande stima in diversi ambienti del paese: a lui si riconosce la capacità di saper cucire senza strappare ed essere il vero volto nuovo della civica.
Insomma, piace in maniera trasversale e, se fosse lui il candidato sindaco, l’outsider, nessuno avrà la forza di dire “no”. Tanto che dall’altra parte del campo l’hanno già puntato, e forse “sgamato”. A meno che non sia la lepre, in fuga per tirare la volata a chi continua a restare nel gruppo.