Delitto Malnate: Domenichini ha chiamato la vittima prima di ucciderla

Omicidio Malnate interrogatorio Domenichini

MALNATE – Il cellulare di Sergio Domenichini la mattina del 22 luglio 2022, tra le 9.51 e le 10.48, ha agganciato una cella telefonica del centro storico di Malnate che copre anche l’area di via Sanvito, dove abitava la pensionata Carmela Fabozzi, che proprio quel giorno intorno alle 19 verrà trovata morta dal figlio, sul pavimento di casa sua.

Il dato è emerso dalle parole del maresciallo del Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese Salvatore Giuseppe Manca, sentito come testimone nel processo per l’omicidio della pensionata, a carico del 67enne Domenichini, che tramite il proprio difensore – all’inizio del processo – ha affermato di essere innocente.

I vicini di casa

Testimonianza chiave quella del maresciallo, che ha ripercorso tutti i passaggi degli accertamenti che il 19 agosto dello scorso anno avevano portato all’arresto dell’odierno imputato. L’indagine è partita nella corte di via Sanvito, con le informazioni che i carabinieri hanno raccolto parlando con due vicini di casa della vittima che il giorno dell’omicidio, poco prima di mezzogiorno, avevano incontrato uno sconosciuto nella corte. Un uomo sulla sessantina che cercava la signora Carmela.

Un elemento che porta ad una svolta nei primi giorni di indagine, quando quelle parole vengono incrociate con i tabulati telefonici dei due cellulari in uso alla vittima, spariti dalla scena del crimine. Emerge in particolare un numero tra le telefonate fatte e ricevute dalla pensionata: 17 contatti tra gennaio 2021 e luglio 2022. L’ultimo, il giorno primo del delitto.

Quel numero è di Sergio Domenichini, ha spiegato il maresciallo in aula. Da questo momento il percorso degli inquirenti è segnato: il nome viene inserito nelle banche dati. Il soggetto è noto per precedenti penali e di polizia che iniziano nel 1983 e arrivano fino al 2021. Stupefacenti, truffe, furti.

I cellulari della vittima

Poi l’attenzione dei carabinieri si è spostata sul cellulare di quello che fino a quel momento era soltanto un sospettato nelle indagini per l’omicidio di Fabozzi: «Il telefono agganciava una cella di Lignano Sabbiadoro», ha ricordato il maresciallo.

La Fiat rossa

E’ così iniziata una meticolosa ricerca tra telecamere e lettori targhe, per capire con quale mezzo il 67enne fosse arrivato in Friuli, insieme alla compagna, per una vacanza. Si risale ad una Fiat 500 X rossa presa a noleggio da Domenichini. Un’auto dotata di gps per fini assicurativi. L’apparecchio ha registrato tutti gli spostamenti del veicolo il 22 luglio 2022.

Qui ha inizio il “film” della giornata dell’omicidio. Domenichini è uscito da casa della compagna alle 8; passano circa 40 minuti e sul veicolo è salito Antonio Crisafulli, l’uomo che il tribunale di Varese ha già condannato per favoreggiamento in relazione all’omicidio Fabozzi, e che nello stesso lasso di tempo in cui il cellulare di Domenichini, il 22 luglio, ha agganciato la cella che copre anche la zona di via Sanvito, è in auto da solo e gira attorno al centro abitato di Malnate.

Il cambio di vestiti

Gps e telecamere dicono molte altre cose agli inquirenti. Per esempio che l’abbigliamento di Domenichini, il giorno del delitto, è cambiato tra le 9 di mattina e mezzogiorno. Prima ha indossato una maglia azzurra e scarpe scure; poi una maglia gialla e scarpe grigie, il “look” con cui verrà immortalato ad un autolavaggio di Buguggiate, verso le 13, dove la Fiat 500 viene lavata dentro e fuori: «Era già stata lavata prima dell’inizio del periodo di noleggio – ha sottolineato il maresciallo – e questo dettaglio ha attirato la nostra attenzione».

Il ritrovamento dei cellulari

Ma nell’indagine c’è un secondo autolavaggio, quello presente in via Ca’ Bassa a Varese. Lì accanto scorre il fiume Olona, ed è lì che Domenichini – si è appreso in udienza – ha condotto i carabinieri, dopo il suo arresto, per aiutarli a recuperare i due cellulari di Fabozzi: uno abbandonato su una sponda del fiume e uno gettato in acqua.

Le intercettazioni

Mentre i carabinieri stavano lavorando su dati e fotogrammi, il 67enne era al mare. E si teneva in contatto con un uomo e i loro discorsi sono stati intercettati. Domenichini voleva sapere del delitto, l’uomo gli ha riportato le voci di paese e quello che hanno scritto i giornali. In casa della pensionata sono intervenuti i Ris per cercare le tracce dell’assassino. «Hanno trovato qualcosa?», chiede il 67enne. Ma l’altro non ha dato risposta.

omicidio malnate Domenichini – MALPENSA24