Mi chiamo Wei e sogno la NBA. La storia di Zhao alla scoperta dell’America

Openjobmetis Varese Zhao Usa
Weilun Zhao, giocatore della Pallacanestro Varese

VARESE – E’ stata una settimana da sogno quella di Weilun Zhao, playmaker classe 2005 di Varese Basketball. Wei è stato infatti selezionato per partecipare a Basketball Without Borders Global Camp, il programma speciale per giovani talenti che la NBA e la FIBA hanno organizzato a Salt Lake City in concomitanza con l’All Star Weekend. Zhao ha già esordito in serie A con la Openjobmetis al Mediolanum Forum e ha stabilito due record: l’entrata in campo a soli 16 anni e la prima volta di un atleta cinese che sui parquet della LBA. Nato a Prato e cresciuto nel minibasket della Pallacanestro Varese, Wei è infatti di nazionalità cinese.

Basketball Without Borders Global Camp 

La NBA e la FIBA hanno selezionato i 40 migliori talenti provenienti da 27 Paesi del mondo. Zhao si è sottoposto a una lunga serie di allenamenti individuali e di squadra e ha potuto assistere alla più grande vetrina della pallacanestro mondiale, l’All Star Game. Nella lista dei suoi allenatori è comparso, a sorpresa, Yakhouba Diawara, l’ala francese del 1982 idolo di Wei quando vestiva la maglia della Pallacanestro Varese. Inutile dire che il sogno di Zhao si chiama NBA. A differenza di tanti altri ragazzi nel mondo, l’esperienza di Salt Lake City è stata una opportunità per avvicinarlo un pochino di più al basket a stelle e strisce. Un test esaltante, come confessa ai microfoni di Malpensa24.

L’esperienza di Salt Lake City

C’erano i migliori prospetti della mia età, provenienti da tutto il mondo. Giocatori molto diversi, con caratteristiche differenti. Nel complesso mi sono trovato benissimo, anche se in alcuni match up ho percepito una differente preparazione in termini di fisicità.

I miglioramenti da seguire

Sicuramente devo crescere ancora tanto dal punto di vista fisico, devo lavorare molto sul mio corpo e colmare il gap. Nelle sedute 5 contro 5 abbiamo praticato un basket abbastanza veloce, che mi ha agevolato. Certo, poi mi sono anche trovato davanti Elliot Cadeau (atleta del 2004 di doppio passaporto americano e svedese, che frequenta la Link Academy a Branson, Missouri) che nel mio ruolo era più veloce e più forte di me.  E’ stata senz’altro una opportunità per confrontarmi con tutti i migliori prospetti mondiali e un grande stimolo per migliorarmi giorno dopo giorno.

La partecipazione all’All Star Game

Il nostro gruppo si è subito amalgamato moltissimo dal punto di vista umano. Dopo gli allenamenti uscivamo insieme e ci siamo divertiti un sacco. Poi domenica abbiamo partecipato all’All Star Game e… che dire? Uno spettacolo unico! Siamo entrati in questo palazzo enorme e ci siamo immersi in una atmosfera bellissima. Per noi europei è davvero un mondo a parte rispetto a quello che conosciamo.

L’incontro con Yakhouba Diawara

Ritrovare Diawara è stato incredibile! Erano 10 anni che non lo vedevo, ma si è ricordato subito di me e mi ha salutato con grande calore. Quando ho letto la lista degli staff tecnici avevo immediatamente notato il suo nome ed è stata una grande sorpresa ritrovarlo dopo gli anni di Varese. Il programma prevedeva che ogni giorno ci suddividessero in quattro gruppi diversi per quattro stazioni di allenamenti individuali e poi la seduta finale 5 contro 5. Quotidianamente mi capitava di fare una stazione con Kuba. E’ stato surreale incontrarlo a Salt Lake City, perché ho ritrovato dall’altra parte del mondo un pezzo di Varese che mi ha accompagnato quando ero un bambino del minibasket.

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