GALLARATE – «Nessuna comunicazione dalla Procura, nessun pagamento illecito». Paolo Orrigoni, patron di Tigros e già candidato in quota Lega come sindaco di Varese alle ultime elezioni amministrative chiarisce la sua posizione dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per una presunta corruzione divulgata da tutti gli organi di stampa in relazione all’inchiesta milanese Mensa dei poveri, che ha travolto Forza Italia in provincia di Varese e ha portato all’arresto del plenipotenziario di Fi Nino Caianiello.
«A disposizione dei Pubblici Ministeri»
«Con la presente nota si comunica che Paolo Orrigoni non ha ricevuto alcuna comunicazione dalla Procura di Milano e apprende da notizie di stampa di essere indagato in relazione ad ipotesi di corruzione – si legge nella nota ufficiale divulgata oggi sabato 18 maggio – L’imprenditore è comunque sereno, poiché fin d’ora deve essere ben chiaro che né Paolo Orrigoni personalmente né Tigros hanno mai corrisposto, direttamente o indirettamente, alcuna utilità indebita ad un pubblico ufficiale in relazione ad operazioni immobiliari compiute o da compiere nel comune di Gallarate». La contestazione a Orrigoni riguarderebbe una presunta mazzetta da 50mila euro anticipata dall’imprenditore gallaratese Pier Tonetti per l’inserimento nella variante al Pgt di Gallarate di alcune modifiche relative all’area di via Torino/via Cadore per lo spostamento di un Tigros. Area di proprietà di una società riconducibile a Tonetti sulla quale insisteva un preliminare per la vendita a Tigros. Tonetti è stato sentito dai magistrati milanesi giovedì 16 maggio. A distanza di due giorni è stata diffusa la notizia dell’iscrizione di Orrigoni nel registro degli indagati. «Naturalmente il dottor Orrigoni è a disposizione degli inquirenti per ogni chiarimento e il suo legale si recherà nei prossimi giorni in Procura per manifestare ai Pubblici Ministeri la totale disponibilità in tal senso», conclude la nota ufficiale.