Ospedale unico nel caos, Busto e Gallarate divise. E il Dg regionale Pavesi diserta

GALLARATE – Avrebbe dovuto fare chiarezza, invece ha alimentato ulteriore confusione e divisioni. La commissione congiunta tra Gallarate e Busto Arsizio sull’ospedale unico, o meglio «ospedale nuovo in un nuovo ospedale» come lo ha ribattezzato il direttore generale di ASST Valle Olona Eugenio Porfido, è finita con il più classico dei “nulla di fatto”. Le due città hanno confermato una diversità di approccio sul progetto, sfociata persino nella lite tra il sindaco di Busto Emanuele Antonelli e alcuni esponenti di maggioranza e opposizione di Gallarate, ma alla fine si sono anche unite nel prendere di mira Regione Lombardia, che avrebbe risposto in modo evasivo ai chiarimenti. Anche perché l’ospite più atteso, il direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi, ha marcato visita, rimpiazzato dal capo segreteria della vicepresidente Letizia Moratti, il bustocco Eugenio Vignati.

Le posizioni delle due città

Da un lato c’è Gallarate, che come spiega il sindaco Andrea Cassani, mette alcuni paletti: «La revisione del progetto dell’epoca pre-Covid, a partire dal numero di posti letto. Conferme sulle infrastrutture di collegamento da Gallarate, perché non basta la via Milano già congestionata. Il mantenimento degli standard sanitari del Sant’Antonio Abate senza ulteriori chiusure o economie. E l’allineamento del progetto alle modifiche della legge 23, che voteranno i consiglieri regionali. Non una battaglia campanilistica ma per capire quello a cui si andrà incontro». Dall’altra c’è Busto Arsizio, che per voce del presidente della commissione sanità Paolo Genoni ribadisce che «non si può perdere questa occasione. Un nuovo ospedale costa meno, lo si costruisce meglio e con standard diversi. La viabilità non può essere un ostacolo, né un motivo per rinunciare ad un investimento da 500 milioni per una struttura importante, moderna, attrattiva. Un tentennamento potrebbe essere pericoloso».

Gallarate vuole «certezze e chiarezza»

E mentre il Dg Eugenio Porfido presenta il «documento preliminare alla progettazione, realizzato internamente all’azienda», un “malloppo” da 16o pagine «che dà orientamenti e indirizzi per chi farà lo studio di fattibilità e il progetto esecutivo», chiarendo alcune perplessità, come quella sui posti letto (725 ordinari, più 140 in day hospital e day surgery, che corrisponderebbe ad una «rimodulazione dell’attuale offerta» e non ad una riduzione) o sull’impatto viabilistico (previsti 3100 parcheggi), lo schema della commissione rimane sui binari della contrapposizione tra Busto e Gallarate. Con il presidente del consiglio comunale Donato Lozito che chiede «certezze e chiarezza», il consigliere di Forza Italia Calogero Ceraldi che preferirebbe «utilizzare i terreni della 336 tra Gallarate e Samarate» e la candidata sindaca del centrosinistra Margherita Silvestrini che accusa Regione Lombardia di una «sollecitazione inappropriata» sul dibattito pubblico, chiedendo «un’accelerazione sulla riforma sanitaria. Perché non bastano gli atti di fede».

La lite Antonelli-gallaratesi

Fino a far sbottare il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, che attacca Ceraldi e Silvestrini («da come parlate, sembrate tutti professionisti del settore, ma io non mi permetto di discutere i progetti») ma anche Regione Lombardia. Esprimendo prima «disappunto» per l’assenza del DG Pavesi e il ritardo della delegazione che lo ha sostituito («forse non basta un mese di preavviso per essere puntuali») e poi rincarando la dose sulla «latitanza» di Regione «nei tre anni prima del Covid». Antonelli però chiarisce sul voto della deroga al dibattito pubblico: «Abbiamo voluto dire: noi ci siamo, il nuovo ospedale lo vogliamo». Ma quando ammette di «non aver letto le 160 pagine» del documento dell’ASST Valle Olona, si becca un sarcastico «bravo» da Giovanni Pignataro (PD), e lo scontro finisce in lite (come si vede nel video sotto).

Mediazioni e battibecchi

Da Busto provano a mediare l’ex sindaco Gigi Farioli, che chiede «non di accelerare o frenare, ma di confermare una scelta e avviare un percorso» verso il nuovo ospedale, e la leghista Paola Reguzzoni («gli amministratori non dovrebbero fare curva nord e curva sud, se no figuriamoci un incontro pubblico con i cittadini»), mentre Donatella Fraschini (Idee in Comune) chiede ai “cugini” gallaratesi «un atto di coraggio». E alla richiesta del sindaco Cassani di «un rendering in 3D del nuovo ospedale», il DG Porfido risponde picche: «Non posso farmi fare un progetto in 3D senza un accordo di programma sottoscritto con impegni, tempi e risorse definiti». A questo punto interviene per Regione Lombardia il capo segreteria Eugenio Vignati, che chiede apertamente ai due sindaci di «confermare la speditezza di un programma» e di esprimere la «volontà esplicita che non si ritiene necessario il dibattito pubblico».

«La deroga serve»

Ma quando l’emissario dell’assessorato regionale al Welfare rivela i passi da compiere – «accordo di programma, progettista, progetto di massima entro il prossimo anno, poi entro sei mesi progetto esecutivo» – viene il dubbio di quale possa essere l’oggetto del dibattito pubblico. «Lo studio di fattibilità» risponde Porfido. Che però ancora non c’è e arriverà dopo la definizione dell’accordo di programma. «E allora che lettera mi avete mandato se non era necessario farla subito?» chiede Antonelli, riferendosi alla deroga votata in consiglio. Suscitando tra i gallaratesi il dubbio dell’«inutilità» della delibera di deroga. Ma Vignati è inflessibile: lo stop al dibattito pubblico serve, e subito, per procedere. Il rischio, sottolinea il DG dell’ASST, è che «si perdano tra i 6 mesi e un anno». Ma tra i consiglieri prevale la confusione. E Cassani chiosa ribadendo che «Gallarate è a favore di un nuovo ospedale». Ma continua a chiedere chiarezza e garanzie.

Nuovo ospedale, no al derby tra Busto e Gallarate. Rischiano di perdere entrambe

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