Busto terzo polo dell’Università Insubria. Il rettore Tagliabue: «Un’idea vincente»

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BUSTO ARSIZIO – «Rimanere è stata un’idea vincente. Merito dei docenti che ci hanno creduto». Così il rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue promuove a pieni voti la “rinascita” del terzo polo dell’ateneo a Busto Arsizio, che verrà sancita con la nuova convenzione tra l’amministrazione comunale e l’Università, pronta per essere approvata domani, 8 luglio, dalla giunta Antonelli. La presentazione del nuovo centro di ricerca sull’invecchiamento di successo (CRIS) è l’occasione per annunciare il nuovo corso negli spazi che il Comune concede all’ateneo ai Molini Marzoli.

La “rinascita” del polo di Busto

«Un nuovo inizio per una collaborazione positiva» lo definisce il delegato del rettore per il polo di Busto Arsizio, professor Luigi Valdatta, “tessitore” della ricucitura tra Comune e Università dopo gli attriti del passato, insieme all’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani. «A Busto Arsizio c’era aria di trasloco, io invece colsi con favore la volontà dei docenti di rimanere» rivela il rettore Tagliabue, rivolgendosi in primis ai “prof” che hanno convinto l’ateneo a credere nel “terzo polo” bustocco, che verrà sancito con l’apertura del corso magistrale di scienze motorie dal 2022. «Siete riusciti a sviluppare connessioni con le autorità locali e a rendere possibile un sogno. Con una progettualità in controtendenza: dagli accorpamenti alla diffusione dell’università per vivere il territorio. Abbiamo avuto ragione. Ora non si studia e basta, gli studenti vogliono vivere inseriti in un contesto urbano, non ghettizzati in un campus isolato. Per confrontarsi anche con altre generazioni, verso un’osmosi che non può essere che vantaggiosa. La contaminazione è fondamentale, tra studenti, docenti e popolazione».

Polo da potenziare

Ora che «il sogno del terzo polo nel territorio insubrico si è realizzato», ci sono tutte le premesse per rafforzarlo. Il rettore guarda alle «opportunità dei bandi Pnrr, da affrontare con idee vincenti e ambiziose». Ed è proprio in questa direzione che vanno le prime iniziative messe in campo per «potenziare le attività di ricerca sul polo di Busto», come ha ricordato il delegato per la ricerca, Flavia Marinelli. «L’istituzione del CRIS, il centro di ricerca sull’invecchiamento di successo, e il “work-cLab”, un contamination lab che porta “innovazione nell’occupazione”». Oltre al rilancio dei rapporti con l’Istituto Insubrico di Ricerca sulla Vita di Gerenzano.

Il nuovo centro CRIS

Il CRIS è il primo fiore all’occhiello: un centro di ricerca che si occuperà di studiare come migliorare la qualità della vita della “terza età”, con la tecnologia ma anche l’alimentazione, visto che tra i progetti c’è anche quello di un ristorante in cui testare le diete speciali per il benessere. Un progetto cofinanziato nell’ambito del piano Marshall di Regione Lombardia che “cuba” circa 5 milioni di euro – lo descrive l’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani – una cifra che si va a sommare ai 15 del bando di rigenerazione urbana dell’area mercato e ai 26 della riqualificazione della stazione delle Nord e delle aree dell’interramento ferroviario. Un’area strategica, sull’asse Cadorna-Malpensa, in cui immaginiamo un mix di funzioni con il fulcro nella piazza del mercato in cui ci sarà il nuovo centro di ricerca e il polo culturale».

Il banco di prova

La vicesindaco Manuela Maffioli aggiunge che «l’implementazione della sede universitaria e l’arrivo di nuovi centri e spazi è un arricchimento, anche come messaggio forte che mandiamo: sono fondamentali i centri del sapere in una comunità che a tutti i livelli può trarne beneficio, con un effetto di propagazione sui nostri ragazzi e sulla popolazione, anche quella più diffidente nei confronti della cultura».-

Una prima azione è già stata messa in campo, con il progetto degli alloggi domotici per gli anziani di via Espinasse e via Cardinal Simone, in risposta ad una “call” del ministero della salute. «Non sappiamo l’esito ma è un ottimo banco di prova – rivela la prof. Tiziana Rubino – siamo riusciti ad interagire bene». Su questo fronte il rettore Angelo Tagliabue confida molto: «Un progetto molto innovativo e interessante. Sono sicuro che avrà successo e magari diventerà un progetto pilota».

Il terzo polo dell’università dell’Insubria porterà a Busto 500 studenti. Intesa vicina

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