Italexit non c’è più. I dissidenti portano Gianluigi Paragone in tribunale

Gianluigi Paragone accanto al simbolo del nuovo partito

MILANO – Italexit, il partito fondato da Gianluigi Paragone, cambia pelle e nome e diventa una formazione politica a immagine e somiglianza del suo leader maximo. Che i dissidenti portano in tribunale. La fine del partito populista e l’inizio delle tensioni interne con molti militanti e vertici destituiti ha una data: il 4 dicembre 2022. Un anno fa, infatti, l’ex grillino varesino ha annunciato di voler cambiare nome al partito Italiaexit in “Per l’Italia con Paragone”.

Il suo partito

Sono seguiti mesi di proteste interne e di richieste di chiarimenti. Ma nulla ha evitato che la questione finisse nelle aule di tribunale. Il prossimo 14 novembre il Tribunale di Milano si pronuncerà sul destino di Italexit o meglio sulla gestione di Gianluigi Paragone. Secondo quanto riporta il giornale online La Notizia, infatti, dal cambio del nome a oggi sono stati mesi di scomuniche, litigi, commissariamenti e accuse. Fatte proprio nei confronti di Paragone, colpevole di aver trasformato Italexit in un partito “a sua immagine e somiglianza” e di aver abbandonato lo scopo per il quale era nato, ovvero l’uscita dell’Italia dall’Unione europea. Insomma l’ex grillini con il maquillage ha di fatto mollato i principi fondativi di Italexit. E questo però solo dopo aver ottenuti l’iscrizione nel registro dei partiti e dunque l’accesso al due per mille.

Davanti al giudice

In tribunale si discuterà se “L’eliminazione del nome del partito dal simbolo, inevitabilmente offusca la visibilità degli obiettivi perseguiti e, unitamente alla personalizzazione del partito, è idonea a svilirne l’iniziativa politica ed a provocare un calo di consensi ed interessi che, infatti, si sta già verificando”. Questo è ciò che si legge nel ricorso cautelare.

Si discuterà anche della legittimità della composizione della direzione nazionale, “organo nel quale sono stati nominati membri privi di titolo che ancora oggi partecipano alle decisioni fondamentali del partito come quelle impugnate con il presente atto” e di bilanci del partito. Quali bilanci? Quelli che, secondo la fronda interna, non sono stati redatti ovvero la mancata approvazione del bilancio 2022 e quello preventivo 2023. Insomma, dopo i flop elettorali all’orizzonte si staglia anche il naufragio politico della creatura pensata, voluta, fondata e trasformata da Paragone.

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