A Sesto dialogo sulla luce tra la fotografia di Vanetti e i bronzi di Sangregorio

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SESTO CALENDE – Gli spazi dell’Atelier Hartman, suggestivo edificio di stile nordico della Fondazione Sangregorio, da oggi, sabato 18 maggio, a domenica 16 giugno ospitano “Quando la luce colpisce”, mostra che presenta una selezione di lavori di Giacomo Vanetti a cura di Claudio Composti: nell’esposizione, che gode del patrocinio del Comune di Sesto Calende il fotografo cerca un dialogo con l’opera di Sangregorio e lo trova nei bronzi degli anni Cinquanta realizzati dal maestro e rappresentativi di quella fase che è stata definita dai critici “rovesciamento della forma”, dove la struttura interno-esterno è ribaltata ed emerge quello che può apparire il “negativo” della forma plastica, la sua struttura interiore.

Il corpo umano in relazione al movimento

Nella ricerca di Vanetti l’interesse per il corpo umano in relazione al movimento diventa terreno di sperimentazione in cui convivono pratiche fotografiche di matrice chimico-analogica, ma anche digitale con l’uso di processi di stampa complessi e raffinati. I soggetti inglobano quell’assenza-presenza di corporeità contemporanea che rappresenta il cuore della ricerca dell’artista. Oltre alle immagini a colori e in bianco e nero, tutte tratte dal progetto dal titolo “When it hits”, viene proposta anche un’esperienza installativa con una sonorizzazione prodotta dal trio italo-svizzero Niton che prevede l’uso di luce/scultura/musica.

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Giacomo Vanetti

Il fascio luminoso: camera oscura e superfici delle sculture

Come scrive nel testo introduttivo Composti, “cosa unisce, in un dialogo apparentemente azzardato, un fotografo ed uno scultore, distanti non solo per generazione, come Giancarlo Sangregorio (1925 – 2013) e Giacomo Vanetti, classe 1974? L’uso della luce. Come il fascio luminoso rivela le immagini in camera oscura, così gioca con le superfici delle sculture, creando profondità con le ombre”.
E anche per Vanetti l’incontro con l’opera del maestro Sangregorio ha fatto vibrare in profondità le corde più intime della sua sensibilità. «Sono molto contento di presentare un mio lavoro a confronto dell’opera di Giancarlo Sangregorio, nei suoi spazi. Anche se epoche e strade diverse ci caratterizzano, credo che la ricerca della figura e della luce ci accomuni. E spero che questo progetto lo dimostri».

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Claudio Composti

Un rituale che invita a entrare nel buio

Come ancora si legge nel testo di Composti in riferimento all’esperienza installativa proposta dall’artista, “qui, nella casa-studio del maestro, partecipiamo tutti ad un rituale grazie a Vanetti, che ci invita ad entrare nel buio per essere ri-definiti nelle forme dalla luce (laser). E come ogni rituale, o tempesta, in cui si entra, dopo che si è attraversato il limite tra luce e ombra, non si torna più gli stessi di prima”. Dopo la giornata di inaugurazione si potrà visitare la mostra su prenotazione, contattando attraverso e-mail la fondazione all’indirizzo info@fondazionesangregorio.it; è possibile anche richiedere visite guidate comprensive della casa museo e delle collezioni.

Niton

I protagonisti

Giacomo Vanetti è nato a Varese nel 1974. Si è laureato al Politecnico di Milano in Grafica e comunicazione visiva nel 2001. Durante la carriera universitaria ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Granada dove, oltre a diplomarsi in litografia, ha seguito con successo corsi di fotografia, serigrafia e incisione. Ha frequentato l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, collaborando come assistente di studio. Nel 2004 si è diplomato in Fotografia e dal 2019 è tornato come docente di fotografia stenopeica.
L’interesse per la sperimentazione sui mezzi e linguaggi fotografici ha sempre caratterizzato la sua ricerca portandolo a utilizzare differenti tecniche, sia analogiche che digitali. Si dedica con passione alla fotografia di reportage, ma indaga principalmente la figura umana e il medium fotografico. Ha tenuto mostre personali e collettive in Italia e in Europa e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Varese.

Claudio Composti è fondatore e art director di Mc2 Gallery a Milano, specializzata in fotografia, e della piattaforma online Periscope Photoscouting, per la valorizzazione di giovani artisti fotografi, italiani e internazionali. È curatore indipendente di progetti artistici, in collaborazione con gallerie italiane e straniere e istituzioni pubbliche e musei, come Camera (Torino) per la mostra di Lisette Model e la mostra “Cabaret Vienna – L’atelier fotografico Manassé” (progetto di Chiara Spenuso) al Mart di Rovereto.
Dal 2018 è consulente e art advisor per collezioni. Ha partecipato come folio reviewer per diversi festival di fotografia italiani come Fotografia Europea a Reggio Emilia e internazionali come Les Rencontres de la Photographie di Arles o il Belfast Photo Festival. Ha pubblicato un saggio per il libro “Fermo immagine: Arte vita e mercato della fotografia” a cura di Maddalena Mazzocut-Mis e Chiara Spenuso (Mimesis Edizioni) e un saggio su Lisette Model per il catalogo edito in occasione della mostra a Camera e “Cabaret Vienna – L’atelier fotografico Manassè” al Mart.

Niton è un trio italo-svizzero di musica elettronica ed elettroacustica nato nel 2012. La loro musica, forte di un’intensa intuitività performativa, si sviluppa attraverso l’intersezione di generi come elettronica sperimentale, avant-garde, krautrock, drone, ambient e industrial, offrendo un’esperienza sonora ricca e immersiva.

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