“Cemento” a Barasso, i Niton festeggiano dieci anni con un live e un album in 3D

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BARASSO – «Come il processo di agglomerazione del cemento mette insieme materiali differenti per farli solidificare, così è anche per quelli che formano il nostro terzo album: siamo andati a raccoglierli dagli ultimi cinque anni di performance e registrazioni perché costituissero il corpo del nostro discorso». Il concerto dei Niton che si è tenuto ieri, domenica 2 ottobre, alle Officine Creative di Barasso, non solo ha salutato la pubblicazione, in nuova forma, della terza fatica di Luca “Xelius” Martegani, Enrico “El Toxyque” Mangione e Zeno Gabaglio, ma anche l’inizio dei festeggiamenti per il decennale del trio.

Le due fasi del disco

«Il disco – ha spiegato Martegani – in realtà è uscito in due fasi: nella prima, a novembre 2021, consisteva in sei tracce su vinile uscite per Shameless Records. Nella versione in cui è stato ora pubblicato dall’etichetta svizzera Pulver und Asche, se ne è aggiunta una settima in occasione del remix in digitale, curato insieme a Enrico al Laboratorio di Sperimentazione sonora Nitön e con la produzione ambisonica di Gianluca Roscio di Echo Diving». L’obiettivo era reinterpretare “Cemento” – come titolo di ogni brano c’è sempre questa parola, ma ogni volta in una lingua differente: «È un concetto uniforme nel mondo, non è stato facile trovare sinonimi» – perché in cuffia si potesse ascoltare in audio 3D.
«“Amused to death” di Roger Waters – ha aggiunto Xelius – è uno degli esempi più belli in questo senso e funziona su uno stereo; noi invece abbiamo fatto riferimento ai piani sonori della tecnologia binaurale, creando una sfera che in cuffia circondasse l’ascoltatore». Nel pubblico giunto per seguire il live strumentale di presentazione c’erano diversi artisti della scena musicale di Varese come Taured, Unsense, Downlouders, Hot Complotto, Rocca, Lory Muratti, L’Avversario, R.o.H.S. e Mind Drop.

Da sinistra: Zeno Gabaglio, Enrico “El Toxyque” Mangione e Luca “Xelius” Martegani

La nascita delle “Drone nights”

L’origine dei Niton risale a quando, nel 2012, Xelius (fondatore degli Xelius Project, autore dei progetti dance Don Carlos, Mephisto, Elgar, nonché produttore del catalogo Pirelli Classica per Arcophon), dopo aver visto come lavorava El Toxyque, gli propose di dare vita a delle sessioni di improvvisazione estremamente lunghe: «A tal punto che – ha osservato Mangione (già solista come Mr. Henry e membro di Lucha Libre e Menimals) – una volta che hai completamente svuotato il sacco delle tue esperienze, sei costretto a improvvisare da zero, creando qualcosa di nuovo». Sono così cominciate a Barasso le “Drone Nights”, in cui venivano invitati gli amici, per assistere a ciò che era sia un’indagine che un esperimento sulle strutture sonore, nonché altri musicisti, perché vi prendessero parte, come nel caso di Luca Pedroni e Zeno Gabaglio (Peter Kernel, Frankie Hi-Nrg e Teho Teardo), diventato «un vertice nel triangolo: ci è piaciuta l’esperienza come trio, il suo violoncello ci completava e nel contempo ci rendeva molto più riconoscibili».
«Oggi la nostra formazione si è assestata in modo che “Henry” crei suoni attraverso attraverso gli oggetti, anche di sua invenzione come lo “springofono”, Zeno si occupi della parte strumentale classica e io di quella più elettronica legata al sound analogico degli anni Sessanta e Settanta», ha concluso Martegani. «Tre identità e tre esperienze così diverse, la sintesi in musica che emerge dal loro incontro è il linguaggio Niton».

Dieci musicisti per dieci sessioni

Niton è il nome originale del gas radon e di un paese nell’isola di Wight dove Guglielmo Marconi condusse degli esperimenti fondamentali per lo sviluppo della radio: «un termine universale e difficile da storpiare, in cui la parte “-ton” può suonare anche come il termine “tone” in inglese», ha ricordato Gabaglio. Tra le varie collaborazioni il trio vanta all’attivo quelle con il Piccolo di Milano per la messa in scena di “Words and music” di Samuel Beckett con la regia di Alan Alpenfelt, con le rassegne Swiss Psych Fest e Cantar di Pietre, con la Radiotelevisione svizzera per il tributo a Battiato e con il LAC di Lugano per la Divina Commedia e “La bohème”.
Da ottobre 2021 è inoltre attivo a Barasso il Nitön Lab di cui sono titolari Martegani e Mangione, eredità dell’esperienza sviluppata gestendo la Sauna, storico studio di registrazione di Varano Borghi. Tra le celebrazioni per i dieci anni della band comprendono l’arrivo di dieci diversi musicisti di livello internazionale per dieci sessioni di composizione: «Per ora sono confermati Olivia Louvel, Boris Hauf e John Butcher», ha annunciato Toxyque. «Questi incontri proseguiranno fino a maggio: la parte migliore di ciascuno verrà usata come traccia per il prossimo disco dei Niton, che uscirà nel 2023».

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