Pasticcio in consiglio a Busto, Cornacchia: «La delibera Agesp non andava votata»

diego cornacchia busto arabini

BUSTO ARSIZIO – È «uno smacco» per il consiglio comunale la «delibera, inficiata da nullità», che dovrà «tornare in consiglio comunale ex novo». Diego Cornacchia, consigliere comunale indipendente e già presidente dell’assemblea, punta il dito contro i suoi colleghi, e in particolare con il suo successore alla guida del consiglio (Valerio Mariani) che, nella seduta del 5 novembre scorso, hanno deciso di portare in votazione “sub judice” la delibera sull’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti ad Agesp, in assenza del parere dei revisori dei conti. «Ma il parere preventivo è obbligatorio – ricorda l’esponente del gruppo misto – se non fosse stata nulla, la delibera sarebbe stata comunque annullabile e impugnabile».

La bocciatura

«Sono rimasto sbalordito dalla votazione di una delibera sub judice demandando a posteriori il parere dei revisori» confessa Cornacchia. «Se ci fossi stato, avrei chiesto al presidente Mariani come potesse mettere in votazione una delibera del genere quando il parere dei revisori, ai sensi dell’articolo 49 del Testo Unico, dev’essere un parere preventivo, non “sub judice” inserito nella deliberazione». Insomma, per Cornacchia «il presidente non avrebbe dovuto accettare l’emendamento della consigliera Reguzzoni, e la delibera avrebbe dovuto essere rinviata. Invece si è cercato il presidente del collegio per telefono, come se potesse dare un parere così su due piedi, chissà da dove e senza riunire il collegio dei revisori».

Le accuse

«Questo succede quando uno porta il carro dove il padrone vuole» polemizza Diego Cornacchia, prendendosela con i colleghi che «supini, hanno alzato il dito per votare» l’emendamento proposto dalla presidente della commissione bilancio Paola Reguzzoni (Lega). L’ex presidente del consiglio non era presente alla seduta “virtuale”, e non parteciperà alle riunioni dell’assemblea finché non si tornerà “in presenza”, giustificandosi con le «difficoltà nel lavorare da remoto, anche per ragioni tecniche». Ma non rinuncia a dire la sua sull’episodio della delibera Agesp.

Il pasticcio

Delibera che, «se anche i revisori avessero espresso parere favorevole a posteriori, sarebbe stata impugnabile e annullabile. Perché se ci fosse stato un parere preventivo favorevole, anche chi non ha votato avrebbe potuto votare». E in fin dei conti, per Cornacchia, «questa amministrazione, e questa gestione presidenziale, sotto l’aspetto della regolarità fa acqua da tutte le parti, come quando consente di fare una commissione o di portare una delibera di giunta il giorno prima della convocazione del consiglio».

M5S: «Diteci perché forzare»

Anche il Movimento Cinque Stelle contesta la decisione della maggioranza di procedere con la votazione: «Una forzatura. Avevamo chiesto di rinviare la delibera, ma la maggioranza ha voluto andare avanti a spron battuto» spiega la consigliera pentastellata Claudia Cerini, che ha votato contrario. «Non è stato un modo di fare molto serio, e non si capisce il motivo di tutta questa fretta per votare una delibera che non scadeva. Ci dicano perché tutta questa spinta della Lega a votarla subito». Cerini chiede anche di sapere «cosa succederà ora, se la maggioranza se si rassegnerà all’affidamento per 15 anni oppure andrà avanti con un piano aggiornato per i 30 anni. In questo caso chiediamo che vengano presi in considerazione gli obiettivi ambiziosi, nell’ottica dell’economia circolare, che avevamo suggerito».

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