Pgt, voto rinviato a Legnano. Radice: «Non satellite di Milano, ma polo di attrazione»

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LEGNANO – Voto rimandato dal consiglio comunale di Legnano sul nuovo Piano di governo del territorio. È la decisione presa a maggioranza dopo quasi 4 ore di consiglio nella seduta di martedì 14 novembre. Contrarie le opposizioni, che avevano già chiesto la calendarizzazione di più sedute, ma senza ottenerla.

Il consiglio di ieri ha trattato prima lo studio comunale di gestione del rischio idraulico, altro tema delicato considerata la vulnerabilità del centro cittadino agli eventi atmosferici estremi e su cui incombono gli ulteriori consumi di suolo previsti dalla stessa variante al Pgt, in particolare per i tanti nuovi centri commerciali previsti.

Opposizioni: «Così rovinerete la città»

La seduta si è aperta con le dichiarazioni dei consiglieri di minoranza, tutti come prevedibile critici sul metodo adottato dalla giunta arancione per portare avanti il Piano come sui suoi contenuti. Munafò (Forza Italia) ha rinfacciato a Borgio (Pd) l’esito dell’ultima commissione urbanistica da lei presieduta, con il voto imposto sul documento e il conseguente annullamento della successiva commissione già convocata. E ha aggiunto: «Altro che città futura, Legnano sarà più vecchia. E brutta».

Per il civico Brumana «correttezza istituzionale, cortesia e buona educazione avrebbero imposto di presentarci il Pgt con le relative modifiche apportate. Ma la risposta che abbiamo ricevuto è stata: “Cercàtevele”». Laffusa (Lega) ha contestato la giustificazione addotta dalla maggioranza che «dopo l’approvazione del Pgt, ci saranno 60 giorni per presentare osservazioni» e ha rimarcato come ad esso siano state dedicate «solo 4 commissioni, di cui 3 chieste dalle minoranze. E poi sono stati tolti i documenti dal sito del Comune, con la motivazione che avrebbero portato confusione fra i cittadini». Ancora, Francesco Toia (Toia Sindaco) ha accusato la maggioranza di «arroganza, mancanza di democrazia e di rispetto. Siamo stati chiamati a votare un documento incompleto e pericoloso, perché macchinoso e perché rovinerà Legnano».

Giunta: «No, finalmente potrà ripartire»

Alla lunga illustrazione tecnica del Pgt sono seguite le dichiarazioni dell’assessore Lorena Fedeli, che ha ribadito le parole d’ordine del Piano «rigenerazione, flessibilità e sostenibilità», e del sindaco Lorenzo Radice (nella foto in alto con l’assessore). Il primo cittadino ha ricordato che «nel 2011 al nuovo Pgt fu dedicata una sola commissione» e sottolineato che «è un piano che arriva a metà mandato e non alla fine, per la volontà di fondo che è la volontà della città di ripartire, dopo 12 anni in cui ha fatto molta fatica visto che gli ambiti di trasformazione sono rimasti fermi».

L’obiettivo dichiarato dal sindaco è fare di Legnano «una città polo che vuole attrarre servizi, e che non si percepisce come quartiere satellite di Milano. Per questo ha bisogno di più qualità nei suoi tessuti urbani, oltre che nelle aree dismesse, di più parchi e non spezzatini di verde che non vengono fruiti da nessuno». Quanto al recupero delle tante aree dismesse, Radice ha dettato la linea adottata: «L’operatore saprà bene che cosa vuole il Comune, e questo controllerà che i progetti proposti rispondano al criterio dell’utilità pubblica».

Per discutere i tanti punti (ben 80) indicati dalle opposizioni sono state convocate 5 commissioni a partire da lunedì prossimo, 20 novembre, e fino al 15 dicembre.

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