Resa dei conti sul nuovo Pgt di Legnano. Lega: «Stavolta non lasceremo l’aula»

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LEGNANO – Quello in programma stasera, martedì 14 novembre, a Legnano potrebbe essere il consiglio comunale più importante dell’intero mandato amministrativo. E anche il più infuocato. All’ordine del giorno approda la variante al Piano di governo del territorio, che da mesi ha contribuito ad agitare le acque già mosse della politica locale.

Da una parte, la giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Radice (nella foto) tira dritto sulle sue scelte passando sopra tutto e tutti, comprese le pesanti critiche delle opposizioni, le firme contro la proposta di Pgt raccolte anche da illustri esponenti della stessa parte politica, come l’ex sindaco Centinaio e perfino il dibattito in commissione, brutalmente troncato dalla presidente Sara Borgio con una frettolosa votazione, quando i gruppi di minoranza avevano chiesto di esaminare ben 80 punti discutibili del documento.

Brumana: «No ai bulli della maggioranza»

Quest’ultimo gesto ha scatenato le opposizioni, dal centrodestra ai civici. Nelle loro file è emersa anche la volontà di presentare una mozione di sfiducia al sindaco, atto su cui però alcuni consiglieri di minoranza hanno frenato. «Sarebbe doveroso – ha chiosato Franco Brumana (Movimento dei Cittadini) – che il sindaco si facesse da parte volontariamente. Non si sa se la mozione di sfiducia, di cui si parla tra le minoranze, verrà presentata per essere inevitabilmente bocciata, ma non c’è dubbio che quanto è accaduto dovrebbe comportare l’allontanamento di chi governa in modo dispotico la città».

Per Brumana, sul Pgt il sindaco e i suoi consiglieri hanno esercitato fin dall’inizio «un vero e proprio bullismo politico. Ora non resta che il consiglio comunale nel quale si voterà al buio sulle variazioni intervenute. Ne farà le spese la città che si troverà un Pgt inadeguato alle sue esigenze, che non è stato possibile migliorare almeno in alcune sue parti mediante il confronto e la collaborazione delle minoranze».

Laffusa: «Le bugie del Pd hanno le gambe corte»

Per la consigliera leghista Daniela Laffusa, la città sta assistendo a una «deriva democratica». Laffusa rinfaccia al Pd il commento “senza confronto perdiamo tutti” espresso dopo il polemico abbandono dell’aula da parte delle minoranze nell’ultimo consiglio comunale, una settimana fa. «Tenuto conto di quanto successo in commissione urbanistica – rincara la consigliera – quelle parole hanno il sapore della presa in giro e della mistificazione. Ancora una volta, le opposizioni si sono viste negare il confronto. Le bugie hanno le gambe corte e la registrazione della commissione ben rappresenta le modalità poco adeguate e antidemocratiche con cui si porta avanti il governo della città».

«Partecipazione penalizzata»

Concetti ribaditi dalla Lega alla vigilia del voto di stasera in una nota. «La giunta Radice – si legge – ha stabilito che l’atto di adozione del nuovo Pgt dovrà rigorosamente concludersi con votazione in quella seduta, costi quel che costi, anche se ciò significa annullare il confronto mortificando le opposizioni. Sembra quasi che la discussione democratica sia tollerata solo quando si svolge al di fuori della sede istituzionale.

«Caro sindaco, ascoltare una posizione diversa dalla propria non può essere un fastidio, non si può sempre tagliare corto! L’assemblea cittadina pretende di partecipare, soprattutto quando si va a decidere il futuro assetto urbanistico e territoriale della città, vincolando le scelte per i prossimi dieci anni. Ricordiamo infine che le giunte precedenti all’attuale hanno sempre concesso parecchie sedute di consiglio comunale all’analisi del Pgt, doverosamente considerato uno degli atti di maggior rilevanza per la vita della città. Risulta perciò inaccettabile subire cotanta prepotenza. Abbiamo molto da dire e non riteniamo opportuno contingentare i tempi limitando la discussione a poche battute. La Lega Legnano – conclude – sarà presente e parteciperà alla seduta perché una idea di città l’abbiamo e la vogliamo strenuamente difendere nella unica sede istituzionalmente riconosciuta».

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