Piazza Vittorio Emanuele a Busto, la storia infinita: più si ripara e più va in pezzi

BUSTO ARSIZIO – La storia infinita di piazza Vittorio Emanuele: a neanche quattro anni dalla sua (controversa) inaugurazione, continua ad essere riparata ma continua ad andare in pezzi. Da una parte si aggiusta, dall’altra si rompe sempre di più. È praticamente già un’incompiuta, l’ennesima nel novero bustocco, ma a neanche un lustro dalla sua realizzazione. E Soceba, la società privata che si è occupata dei lavori nell’ambito del piano integrato di intervento che ha portato alla costruzione delle cosiddette Dimore Liberty nel comparto tra la piazza e la via Solferino, se la prende comoda. Anche perché la pandemia ha fatto slittare in là di tre anni gli obblighi convenzionali sulle compensazioni da realizzare, la ristrutturazione delle ex carceri di via Borroni e la messa in sicurezza del Conventino di via Matteotti.

Piazza a pezzi. Ancora

L’ultimo cantiere, che risale ai primi di maggio, ha rimesso in sesto la pavimentazione del corridoio tra l’Antico Bar degli Angeli e l’ingresso alla piazza principale del complesso dell’ex Residenza del Conte (dove ci sono i pochi negozi insediati). Nel frattempo però sono emerse nuove magagne: dai cubetti di porfido che si stanno staccando sull’angolo verso via Carducci, con alcuni “sanpietrini” pericolosamente abbandonati a bordo strada (un tratto di pavimentazione che era già stato risistemato due estati fa), alle lastre sul bordo del palco per gli eventi che si sono staccate. La solita storia, insomma.

Eventi? Pochi

Doveva essere la piazza degli eventi, ma l’unico periodo in cui è stata veramente molto utilizzata è stata la campagna elettorale, lo scorso mese di settembre. Poi sotto Natale è stata monopolizzata dal grande “palaghiaccio” coperto, una delle attrazioni delle feste, mentre nel programma di Busto Estate è quasi scomparsa, visto che i commercianti prediligono gli eventi dove ci sono i negozi, in piazza San Giovanni e in piazza Santa Maria.

Le fontane “artistiche”

L’ultima occasione di visibilità importante è stata Miniartextil: una delle installazioni realizzate dall’artista sarda Daniela Frongia ha trovato collocazione in prossimità di una delle fontane spente di piazza Vittorio Emanuele. Con una panchina spostata provvisoriamente sopra un pezzo di griglia mancante della fontana stessa per coprire il “buco” con una lastra. Non proprio un’opera a regola d’arte, a fianco di un’installazione artistica. Oltretutto, non è dato sapere quando le fontane torneranno a zampillare, e non certo per via della siccità di questo periodo: durate solo pochi mesi dall’inaugurazione, sono spente ormai da tre anni, e nel frattempo le basi degli ugelli sono sprofondate nel terreno con i cubetti di porfido intorno. Tutto da rifare anche qui, sperando che nel frattempo non finisca in pezzi qualche altra parte della piazza. E la storia infinita continua.

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