Pochi iscritti, a Busto il corso ITS tessile non parte. Eppure le aziende cercano

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BUSTO ARSIZIO – La Manchester d’Italia rischia di rimanere solo sui libri di storia. A confermarlo è la resa del corso post-diploma di ITS Cosmo per formare la figura professionale di Technical Sustainability Manager per il settore tessile: con appena una dozzina di studenti iscritti su un minimo di 20 richiesti, il corso ITS non è potuto nemmeno partire. Non è la prima volta: era già successo anni fa. Ma è l’ennesimo campanello d’allarme per un settore che rimane senza ricambio generazionale.

«Non ci sono ragazzi»

«Le aziende del tessile ci sono ancora, e hanno bisogno di personale formato, eppure non troviamo ragazzi che si iscrivono ai corsi». A rivelarlo, con grande amarezza, è Grazia Cerini, direttore del Centro Tessile Cotoniero di Busto Arsizio, ente che ha promosso il corso, come partner principale della Fondazione ITS Cosmo, raccogliendo gli appelli delle aziende del settore in attività, che fanno drammaticamente fatica a trovare personale qualificato e specializzato da inserire nelle loro fabbriche tessili.

Il corso ITS

Proprio con questo intento, un anno fa, il Centrocot ha lanciato la nuova proposta di un corso ITS per il tessile, dedicato a formare una figura, innovativa, di Technical Sustainability Manager. «Mi hanno consigliato di cambiare il titolo, perché la parola “technical” non attira – sottolinea Grazia Cerini (nella foto) – ma noi abbiamo bisogno di persone che lavorano nella manifattura. Le aziende ci sono, al Centrocot abbiamo 113 dipendenti e 10 milioni di fatturato annuo che deriva da prove di laboratorio per le aziende tessili, segno che il settore è vivo. Abbiamo anche realizzato un “multilab” a Malpensafiere per essere al passo con i tempi. Eppure non troviamo ragazzi che si iscrivono ai corsi».

Il corso salta

Un dramma, soprattutto considerando quanti giovani sono a spasso in cerca di occupazione. «Ci saremmo anche sobbarcati noi i costi per far partire ugualmente il corso – ammette il direttore del Centro Tessile Cotoniero – purtroppo però le regole di Regione Lombardia non lo permettono. Così siamo stati costretti a dirottare gli studenti che si erano candidati per l’ITS biennale sull’altro corso IFTS di durata annuale».

La resa formativa

E la resa dell’ITS tessile è un’altra prova del “deserto” formativo che si sta creando attorno alle aziende, su un territorio che rimane tra le capitali del settore in Italia. «Il bacino della scuola superiore non c’è più – fa notare Cerini una volta c’era l’Itis Facchinetti ma ora il tessile non c’è più, e non c’è un’università di ingegneria tessile. Siamo soli, e i ragazzi non arrivano». Un paradosso in una città che è prosperata sull’industria tessile ma che oggi non riesce nemmeno a raggranellare 20 ragazzi diplomati che abbiano voglia di provare ad imparare il mestiere che andava per la maggiore tra i loro nonni.

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