Torna il Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate. Per la prima volta solo opere video 

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GALLARATE – Dal 5 giugno al 25 settembre 2022, il Maga di Gallarate presenta “Screens. Culture dello schermo e immagini in movimento”. Non è nient’altro che la 26esima edizione del Premio Gallarate che, per la prima volta nella sua storia, indaga le relazioni tra produzione artistica contemporanea in Italia e l’ambito legato al video.

Il concept del Premio

Il riconoscimento è stato assegnato a Rossella Biscotti, Adelita Husni-Bey, Chiara Fumai, Mario Rizzi, Invernomuto, Silvia Rosi, Vega, Natalia Trejbalova e Vashish Soobah, le cui opere andranno ad ampliare le collezioni del museo gallaratese.
Il concept del premio è stato elaborato da Simone Frangi e Cristiana Perrella, membri della commissione scientifica a cui partecipano anche Marina Bianchi, Vittoria Broggini, Alessandro Castiglioni, Emma Zanella e Luciana Zaro.

Cosa vedere 

Screens si apre con un riconoscimento alla carriera di Mario Gorni e Zefferina Castoldi, fondatori di Careof, per il loro lavoro di documentazione della produzione artistica italiana legato proprio alle immagini in movimento. In particolare, saranno presentati documentari e interviste realizzati tra il 1987 e il 2020.
Il percorso prosegue con le opere di Rossella Biscotti, Adelita Husni-Bey, Mario Rizzi, Invernomuto, Silvia Rosi, autori che la commissione scientifica ha ritenuto fondamentali per arricchire la collezione del Maga. A queste, si aggiunge un lavoro di Chiara Fumai depositato in museo grazie a un accordo con The Church of Chiara Fumai
Una terza sezione, resa possibile anche con il supporto di istituzioni private ed enti pubblici è dedicata all’acquisizione di pratiche emergenti. In questa linea sono state selezionate le opere di Vega, Natalia Trejbalova (Premio Academy Young) e Vashish Soobah.

Culture dello schermo 

«L’idea di dedicare il Premio Gallarate alle ‘culture dello schermo’ – afferma Simone Frangi – è nata dalla lettura di What is Visual Culture?, introduzione al primo reader internazionale dedicato alla cultura visuale contemporanea pubblicato nel 1998, nel quale Nicholas Mirzoeff afferma che la caratteristica essenziale della cultura post-moderna, ovvero di una cultura che ha abdicato al privilegio del testo e della sua circolazione stampata, sia proprio il fenomeno continuo di visualizzazione, ovvero di traduzione in immagini di entità che non sono in sé visuali».
Con il concetto di screen culture, prosegue Simone Frangi, «nel 2019 Richard Butsch tenta di aggiornare il paradigma introdotto dal Mirzoeff vent’anni prima, sostenendo che la cultura o meglio le culture dello schermo sono l’espressione più avanzata della cultura visiva contemporanea: le immagini – prioritariamente “in movimento” – veicolate dagli schermi “democratizzati” (siano essi cinema, televisioni, computer, tablet e smartphones) hanno infatti un impatto sociale, politico ed economico dirompente».

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