L’ex prevosto di Busto Livetti: «Sbagliato non dire messa al Tempio civico»

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BUSTO ARSIZIO – «Quella di non celebrare la messa al Tempio civico per il IV Novembre è una decisione che mi rammarica molto». Lo dice l’ex prevosto di Busto don Claudio Livetti, anch’egli rimasto sorpreso del fatto che per la prima volta, in una commemorazione ufficiale, non verrà celebrata la messa in quello che è considerato un luogo di pace.

«Non ho più alcuni incarico – tiene a precisare don Livetti – ma esprimo tutto il mio rammarico. Io sono figlio di un ex combattente che ha fatto la Prima guerra mondiale ed è stato nominato cavaliere di Vittorio Veneto e ho sempre vissuto il IV Novembre come un fatto di famiglia. Per questo sono molto dispiaciuto».

Non solo. Ma don Claudio Livetti è stato anche uno dei “padri” del Tempio civico. «Quando trent’anni fa, insieme al sindaco Gian Pietro Rossi e al compianto Angioletto Castiglioni abbiamo dato vita agli Amici del Tempio civico volevamo che questo luogo diventasse anche scuola di educazione permanente alla pace. Ora, non dire messa in questo luogo simbolo, proprio quando cade il centenario della fine della Grande Guerra è per me un grande dispiacere».

Livetti poi si dice sorpreso anche per un altro motivo: «Il tempio civico è di proprietà della Chiesa ed è in uso al Comune. Una cosa molto particolare questa, segno di grande collaborazione e impegno tra le due istituzioni. Ecco perché sarebbe stato importante non interrompere la tradizione della messa in questo luogo durante le celebrazioni ufficiali di questa importante ricorrenza».

 

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