Provincia, conti in ordine: lo certifica la Corte dei conti. Resta il problema Gev

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VARESE – «La Corte dei conti ha deliberato la piena attuazione del piano di riequilibrio». E’ stata solo una comunicazione, verrebbe da dire una “formalità” se non fosse per gli anni trascorsi a tirare la cinghia e a fare le nozze con i fichi secchi. Ma, in anticipo sul cronoprogramma di rientro dal dissesto, la Provincia di Varese è ufficialmente fuori dal tunnel. E ad annunciarlo è stato il presidente Emanuele Antonelli, senza enfasi, poiché la gioia del traguardo raggiunto è stata espressa qualche mese fa. Ma ieri, lunedì 4 luglio, il ritorno alla normalità è stato sancito nella sala consiglio con l’annuncio che il 10 giugno scorso anche la Corte dei conti ha messo nero su bianco il raggiungimento del riequilibrio di bilancio.

Testa bassa e pedalare

Ma non c’è tempo per esultare. Infatti, le preoccupazioni mica sono finite. C’è ottimismo. Cauto ottimismo. Ma ci sono anche i problemi. Certo, ora l’ente può tornare a investire e a spendere. Può allargare i cordoni della borsa. Ma servono i quattrini. E qui non è che si navighi nell’oro. I prospettati aumenti dei costi dovuti ai rincari energetici raffreddano gli animi degli amministratori provinciali. Di certo l’ente, poiché l’ha sempre fatto anche nei tempi delle “vacche magrissime”, farà il massimo nei settori di competenze. E guarderà con un occhio di riguardo al tema del personale, ridotto all’osso, ma che non ha mai mollato durante i tempi bui.

Congelate le Gev

Nel pomeriggio del consiglio provinciale in due round è stato affrontato, ma non risolto, il tema delle Gev. Che rimangono al momento congelate. Nel senso che il servizio resta sospeso. Per mancanza di quattrini, ma anche per definire meglio quale ambito di competenza deve farsi carico della gestione delle guardie ecologiche volontarie. Servizio che dai tempi dell’assessore Christian Campiotti è stato preso sotto l’ala della Protezione civile, settore che (come tutti) soffre della penuria di personale a disposizione. Insomma se si mettono in fila i pochi soldi a disposizione e quelli che dà la Regione (circa 4 mila euro), la carenza di personale per gestire il servizio (almeno un funzionario) e la questione più politica di chi si deve farsi carico delle gev il risultato è scontato (per ora): servizio sospeso.

In attesa di tempi migliori e di risposte più confortanti anche da parte di Regione che, solo ieri, ha risposto alla lettera in cui l’assessorato provinciale chiedeva chiarimenti in proposito. Risposta non esaustiva in quanto è stata data disponibilità ad approfondire la problematica, ma al momento nessuna soluzione.